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Politica
Via libera ai licenziamenti, insorge la sinistra: "Noi con Landini"
Stefano Fassina e Nicola Fratoianni 
Lapresse

Da un lato il numero uno di Confindustria Carlo Bonomi che bolla come un “voltafaccia” quello del ministro del Lavoro Andrea Orlando e dall’altro i sindacati, a partire dal segretario della Cgil Maurizio Landini che parla di “messaggio sbagliato” da parte del governo. Dopo la mediazione del premier Mario Draghi, la questione del blocco dei licenziamenti, sulla quale oggi si è levata persino la voce della Cei (“Non possiamo pensare che l’ombrello si chiuda subito”, ha bacchettato il vicepresidente e vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla), non lascia sul campo né vincitori e né vinti.

Non solo, ma alla spaccatura che si registra nel Paese tra la parte datoriale e quella dei lavoratori ne corrisponde un’altra, sempre più tangibile, in seno allo stesso governo: centrodestra versus centrosinistra. Affaritaliani.it ne ha parlato proprio con due esponenti della sinistra, l’uno in maggioranza e l’altro all’opposizione. Si tratta dell’ex viceministro dell’Economia Stefano Fassina, deputato di Leu che sostiene l’esecutivo Draghi, e Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, anche lui deputato di Leu, ma che non ha votato la fiducia all’esecutivo. Ed è proprio quest’ultimo che, interpellato dal nostro giornale, mira dritto al bersaglio: “Che questa maggioranza sia spostata a destra è evidente.  Quello che è successo, poi, è molto semplice: Confindustria detta le regole e il governo si adegua. Punto. Peraltro - aggiunge -, di fronte a un vero e proprio linciaggio del ministro Orlando che aveva avanzato una proposta timida e insufficiente, ma certo migliore del risultato finale”.

Non che Fassina sia soddisfatto del punto di caduta raggiunto sul blocco dei licenziamenti e, quindi, sia meno tranchant nel suo giudizio: “Voglio innanzitutto ribadire piena solidarietà al ministro Orlando che si trova a fronteggiare una deriva corporativa di Confindustria sempre più preoccupante”, dice subito ad Affari. Nel merito, poi, sottolinea: “E’ evidente che una fase di transizione così difficile vada affrontata con grandissima attenzione alle conseguenze sociali. La soluzione individuata da Orlando era ragionevole, date le condizioni di settori e dimensioni di imprese che stanno fuori dalla cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Mi preoccupa l’atteggiamento tenuto da una parte della maggioranza e da Confindustria”. Ecco perché, secondo l’ex viceministro, “bisogna accelerare il percorso che porta alla riforma degli ammortizzatori sociali, in modo da evitare le differenziazioni che anche attraverso l’utilizzo della cassa Covid si volevano compensare”. Seppure, chiarisce, “senza farsi illusioni ecumeniche, visto che il mondo datoriale non ne avrà mai abbastanza, non si dirà mai soddisfatto”.

Una riflessione in più, però, Fassina la fa e osserva: “E’ evidente che la mediazione sul blocco dei licenziamenti, ma anche, per esempio, la bozza delle norme del decreto Semplificazioni relative agli appalti evidenziano le ragioni per cui si è voluto far fuori il governo Conte. Gli interessi che oggi vediamo all’attacco su tali questioni, infatti, avrebbero certamente avuto meno spazio nell’esecutivo precedente”.
Dello stesso avviso Fratoianni che rilancia: “Il 30 giugno è domani e ancora una volta il tema della ristrutturazione delle imprese per uscire dalla crisi si sta affrontando scaricandone i costi sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori di questo Paese. Quanto è accaduto è molto grave – insiste -, serviva una proroga ben più decisa, la scelta del governo è lo specchio degli interessi che prevalgono in questo momento. In sintesi, è tutto sbagliato”.

L’intera partita, comunque, non si è chiusa (“Noi continueremo a chiedere che ci sia una proroga del blocco”, ha ribadito Landini). Cosa c’è da spettarsi adesso? “A questo punto - osserva Fassina - ritengo che ciascuno debba a fare la sua parte, chi rappresenta il mondo delle lavoratrici e dei lavoratori e chi sta in Parlamento”. Una cosa è sicura: “Non ci rassegniamo di fronte a questa offensiva che ancora una volta vuol far pagare al lavoro il prezzo di una ripresa che deve essere centrata innanzitutto sulla giustizia sociale”. Promette battaglia pure Fratoianni che annuncia: “Saremo al fianco dei sindacati che si mobilitano. E utilizzeremo tutti gli spazi, in Parlamento e fuori, per far valere le nostre ragioni. Hanno sprecato pagine d’inchiostro per dirci che nulla sarà più come prima e che ne usciremo migliori. Che nulla sarà più come prima - conclude - è evidente, ma che ne usciremo migliori, purtroppo no”.

 

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