OM, indagine sul Presidio
Bloccata incursione Kion

Bari – Ancora un tentativo, da parte della Kion, di oltrepassare i cancelli dello stabilimento barese della Om Carrelli Elevatori e di prelevare, quindi, il materiale giacente e diversi macchinari. Proprio mentre, nel corso di un intervento sui diversi casi di cessione in atto in Italia, il Segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, rispondeva che “con tutto il rispetto per gli investitori che comunque, in alcuni casi, hanno anche fatto scelte importanti, verrebbe quasi il sospetto che gli imprenditori italiani stiano seguendo la strada del prendi i soldi e scappa, invece di essere i soggetti che contribuiscono a vedere come il Paese esce dalla crisi”.
I lavoratori Om, che da mesi presidiano i cancelli della fabbrica con l’aiuto del collettivo barese di “Rivolta il debito”, ieri hanno nuovamente bloccato due tir che tentavano di entrare nell'azienda. Gli operai, 224 persone lasciate a casa senza un lavoro, continuano a temere che “nei tir vengano caricati i carrelli prodotti mesi fa e da allora bloccati in fabbrica, in attesa che si chiarisca l'intera vicenda sul futuro dello stabilimento”. Presenti anche gli uomini della Digos. “Chiediamo alle Istituzioni – dichiara il parlamentino regionale della Cisl di Puglia - un impegno maggiore per trovare soggetti, risorse e un nuovo prodotto per una soluzione industriale ‘produttiva ed occupazionale’ del sito O.M. Carrelli di Bari”. Il Consiglio generale della Cisl pugliese ritiene “ingiustificata la presenza massiccia di forze dell’ordine in assetto antisommossa davanti lo stabilimento presidiato dai lavoratori”. “La nostra posizione ha il sostegno e condivisione delle Istituzioni a tutti i livelli – sottolinea il Segretario generale, Giulio Colecchia – ed è giusta una protesta che vuole evitare che l’azienda, in maniera irresponsabile e provocatoria, in assenza di una soluzione produttiva ed occupazionale, si liberi di ogni residuo impegno verso i lavoratori attraverso la movimentazione dei prodotti finiti e dei macchinari”.

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Nel frattempo, una nuova nota a rendere ancora più ambiguo il quadro della vertenza: sembrerebbe sia stata consegnata in Procura un’informativa a proposito del precedente episodio del 2 luglio. Anche allora gli operai riuscirono a sventare il tentativo da parte della Kion di caricare i macchinari. Ad essere nell’occhio del ciclone il presidio dei lavoratori: protesta o violenza privata, quindi? Starà alla Procura di Bari determinare o meno se si tratti del primo o del secondo caso, attraverso un’indagine conoscitiva: “Noi – dichiara uno degli operai - non abbiamo nulla da temere. Non abbiamo attuato alcuna forma di violenza, il nostro è l’esercizio di un naturale diritto. Quello di esprimere la propria opinione”.