Pillole d'Europa
Sicurezza dei droni e patente di guida. Le pillole d'Europa

Pillole d'Europa
di Cinzia Boschiero
PIU’ SICUREZZA CON I DRONI, NOVITA’ SULLA COOPERAZIONE PER PATENTE DI GUIDA EUROPEA, IL DIRITTO AL GIOCO E NUOVI PROGETTI DI COOPERAZIONE PER LA SALUTE
PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTE E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – eurochat2013@gmail.com
Domanda: in questi mesi di allarme quali sono le normative sui droni, che secondo me sono davvero anche pericolosi? Maria Vuccaso
Risposta: se ne è parlato di recente al Parlamento europeo che ha approvato una risoluziona su iniziativa della commissione per i trasporti in cui è stato ribadito che i droni sono sempre più popolari e il loro uso lo sta diventando ancora di più ed è quindi necessario garantire che i droni non costituiscano una minaccia per la sicurezza pubblica o per la privacy. La relatrice Jacqueline Foster (ECR, UK) ha dichiarato: "Il punto principale è nel titolo del documento, rendere sicuro l'uso sicuro dei droni. Non è nostra intenzione legare le mani alle autorità di regolamentazione e essere troppo prescrittivi, ma desideriamo fornire un quadro su come possano procedere la Commissione, i Paesi UE e le altre parti interessate". I droni, che potrebbero essere usati per fornire servizi vari come il monitoraggio dei tracciati ferroviari, delle dighe e degli impianti energetici, la valutazione di disastri naturali, le operazioni agricole di precisione, la produzione mediatica e la consegna di pacchi, rappresentano un grande potenziale per stimolare la crescita economica e la creazione di impiego, hanno dichiarato i deputati nella risoluzione che è stata approvata con 581 voti favorevoli, 31 voti contrati e 21 astensioni. Tuttavia, hanno aggiunto, dovranno essere affrontate le tematiche relative alla sicurezza, alla privacy, alla protezione dei dati e alla responsabilità civile. Per i deputati, le regole dovrebbero garantire innanzitutto la protezione dei dati. I droni dovrebbero essere dotati di un chip d'identità e registrati per facilitare la cattura dei criminali che li utilizzano per violare le norme sulla privacy o per commettere altri crimini. I chip d'identità faciliterebbero inoltre le inchieste sugli incidenti e contribuirebbero a risolvere i problemi legati alla responsabilità. Il documento invita la Commissione a sostenere la ricerca, come ad esempio lo sviluppo di sistemi anticollisione "detect and avoid", per permettere ai droni di evitare collisioni con altri utilizzatori dello spazio aereo o con oggetti al suolo. I droni capaci di volare oltre la distanza di visibilità ottica dovrebbero dunque essere dotati di tale tecnologia. Inoltre, bisognerebbe sviluppare la tecnologia del "geo-fencing" da utilizzare per evitare che i droni entrino in zone con divieto di sorvolo quali aeroporti e impianti nucleari.
Domanda: ho letto che la Commissione ha deferito alla Corte di giustizia dell'Unione Europea l’Italia per non aver aderito alla rete delle patenti , ma di cosa si tratta? Mario Trene
Risposta: La Commissione europea ha deciso di deferire la Repubblica ceca, l'Estonia, l'Italia, il Portogallo e la Slovenia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non aver recepito correttamente la normativa europea sulla patente di guida (direttiva 2006/126/CE). In particolare, la Rappresentanza a Milano della Commissione europea ha spiegato che la Repubblica ceca è venuta meno, nel periodo 2004-2011, all'obbligo di assicurare che la patente di guida sia rilasciata esclusivamente ai residenti nel territorio nazionale, un requisito essenziale della lotta al cosiddetto "turismo della patente di guida". Le patenti di guida rilasciate in passato in contraddizione con la direttiva 2006/126/CE e tuttora valide minano la credibilità del sistema europeo delle patenti di guida e la sicurezza della circolazione stradale. La Repubblica ceca non ha inoltre ottemperato a numerose altre disposizioni, ad esempio garantire che le categorie di determinati veicoli corrispondano a quelle della direttiva. La Commissione europea ha altresì deciso di deferire l'Estonia, l'Italia, il Portogallo, la Repubblica ceca e la Slovenia alla Corte di giustizia per non aver aderito alla rete dell'UE delle patenti di guida ("RESPER"), come previsto dalla direttiva 2006/126/CE. RESPER può aiutare gli Stati membri a cooperare tra loro e a garantire che le patenti siano rilasciate in conformità alla normativa comunitaria. Lo scambio di informazioni tramite RESPER doveva iniziare il 19 gennaio 2013. La direttiva 2006/126/CE aggiorna la direttiva 91/439/CEE concernente la patente di guida e introduce, tra l'altro, nuove categorie e periodi di validità armonizzati per le patenti di guida. Essa istituisce inoltre una rete per lo scambio di informazioni sulle patenti di guida (RESPER). Le nuove regole contribuiranno a ridurre le possibilità di frode, a garantire un'effettiva libertà di circolazione ai conducenti dell'UE e a rafforzare la sicurezza sulle strade europee (cfr. IP/13/25 e MEMO/13/10). La direttiva prevede che il rilascio della patente di guida sia subordinato alla residenza normale, come definita dalla direttiva, nel territorio dello Stato membro che rilascia la patente di guida, il quale è tenuto ad applicare la dovuta diligenza per garantire che siano soddisfatti tutti i requisiti per il rilascio. Per "turismo della patente di guida" si intendono i tentativi dei singoli conducenti di aggirare le limitazioni cui sono soggetti nel luogo della loro residenza normale, ad esempio il divieto di guidare, acquisendo una patente di guida in un altro Stato membro. L'uso di RESPER aiuta gli Stati membri ad accertarsi che i conducenti siano titolari di una sola patente di guida, aspetto necessario per garantire che essi guidino esclusivamente veicoli di categorie per le quali sono qualificati e autorizzati. Ciò contribuisce al conseguimento di uno degli obiettivi fondamentali della direttiva, vale a dire il miglioramento della sicurezza stradale.
Domanda: è vero che in Europa tra i diritti dei bambini si tutela anche il diritto al gioco? Luana Berca
Risposta: Sì. E lo abbiamo chiesto anche due esperte del settore che lavorano da cento anni con la loro azienda nell’ambito dei giocattoli.“Tra i diritti dei bambini è molto importante il diritto al gioco,” dice Maria Teresa Dalavecuras , titolare di Fortura Giocattoli,” Il 20 novembre è l'anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (UNCRC),approvata nel 1989 e noi, che lavoriamo nel settore dei giocattoli da oltre cento anni, desideriamo dare un segnale positivo e invitare le famiglie da noi per riscoprire il valore del giocare sano e in compagnia. In questi anni l’educazione al gioco è stata sottovalutata e trascurarla inficia sia la crescita serena dei bambini che l’armonia familiare. Nella mia esperienza genitori, nonni e figli possono davvero crescere assieme e imparare molto attraverso i giochi.”L'adozione della convenzione internazionale è stata una pietra miliare per i diritti dei bambini. Per la prima volta i bambini non sono stati visti come oggetti passivi che dovevano essere assistiti, ma piuttosto come persone che partecipano attivamente alle decisioni da prendere.
“A livello europeo è molto ben normata la sicurezza per i giochi inoltre. Tuttavia”, dice Martina Scaccabarozzi, responsabile marketing di Fortura,”le logiche di marketing devono essere guidate dal buon senso e dalla capacità di dare rilievo ai giochi di qualità in Europa e nel mondo. I giochi devono essere utili oltre che divertenti, educativi, di intrattenimento, con materiali, se possibile, ecosostenibili”.
Domanda: la sclerosi multipla in Europa si cura meglio oggigiorno? Enrica Forami
Risposta: si sono proprio confrontati di recente a Milano in un congresso organizzato dalla Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta presso l’Auditorium Testori a Palazzo Lombardia oltre 250 medici chirurghi specialisti in neurologia, fisiatria, neuroradiologia, biologi, psicologi, infermieri e la lectio magistralis di uno dei massimi esperti sulla sclerosi multipla il professore israeliano Ariel Miller ha evidenziato come ci siano ancora domande aperte per la diagnosi e la cura di questa patologia. Il Besta ha avviato con Israele dei progetti di ricerca e nelle due giornate del congresso sono stati evidenziati i nuovi dati della ricerca e cura della sclerosi multipla. “Cooperare è necessario ed importante”, dice il dott. Renato Mantegazza, direttore scientifico dell’Istituto Besta,”La scienza e la ricerca vanno avanti con un approccio multidisciplinare. Puntiamo ad un approccio integrato per la salute dei cittadini in quanto questa patologia ha ancora un problema diagnostico, un problema di misurazione e di trattamento”. L’Istituto Besta ha partecipato con successo al Settimo Programma Quadro della Commissione europea. Nel periodo di riferimento 2007-2013 ha ottenuto finanziamenti per un totale di 21.533.800 euro. I progetti finanziati sono stati undici di cui sei coordinati dalla nostra Fondazione Besta. Nel solo 2013 l’Istituto ha ottenuto due progetti in qualità di coordinatore (PROPANE e THERAGLIO) e uno in qualità di co-coordinatore (DESIRE) per un volume di finanziamento di 12.622.000 euro. Nell’ambito della nuova programmazione europea HORIZON 2020 la Fondazione ha già ottenuto due progetti in qualità di coordinatore (DIACHEMO e PATHWAYS) per un finanziamento totale di circa 5.000.000 di euro ed è partner in altri due progetti europei oltre a collaborare con paesi extraeuropei come Israele ed altri.
La relazione del Prof. Ariel Miller, medico ricercatore e chairman della Israel Society of Neuroimmunology è stata seguita con molto interesse. Nel mondo ci sono circa 1,3 milioni di persone con sclerosi multipla, di cui circa 400mila in Europa. “Per identificare e curare al meglio la sclerosi multipla,” sottolinea il dott. Renato Mantegazza, Direttore scientifico e medico neurologo, Resp. dell’ U.O. Neuroimmunologia e Malattie Neuromuscolari della Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta, responsabile scientifico dell’iniziativa, ”oggigiorno si è compreso che è necessario identificare i diversi processi della patologia, le variegate forme cliniche della stessa e i target terapeutici specifici per il singolo paziente. In queste due giornate abbiamo coinvolto sia esperti della nostra Fondazione che di altre realtà sia nazionali che internazionali”.