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Cristiano Ronaldo, il triste destino: gestacci e falli nell'esilio dorato
Cristiano Ronaldo

Ronaldo, il declino triste della stella più lucente del calcio

cristiano ronaldo
 

A vederlo così, viene quasi da provare tenerezza. Cristiano Ronaldo è stato il cannibale più implacabile del calcio contemporaneo, il più grande goleador di tutti i tempi (non ce ne voglia Pelè ma il conteggio ufficiale dà ragione al portoghese) e ha un palmares lungo così, tra cui spiccano i cinque palloni d’oro e le cinque Champions League. In inverno, dopo dei Mondiali vissuti da comprimario – a loro volta preceduti da una stagione al Manchester United che definire deludente sarebbe ben più che eufemismo – ha deciso di traslocare in Arabia Saudita per incassare 200 milioni in tre anni.

Tanti? Pochi? Sicuramente tombali, per una carriera leggendaria che si è chiusa in modo poco glorioso. Sì, perché l’Al Nassr, al di là delle dichiarazioni di facciata, è poco più che un giocattolo per far divertire gli emiri sauditi. I quali, seduti su un’infinità di petrodollari, possono comprarsi qualsiasi cosa bella e poi seppellirla. È il caso, lo ricorderete, del Salvator Mundi di Leonardo Da Vinci, acquistato per 500 milioni con la promessa di allestire un polo museale degno di cotanto capolavoro e poi lasciato ad ammuffire nella soffitta di qualche riccone.

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Lo stesso sta capitando a Cristiano Ronaldo che, al di là dei soldi, si sta distinguendo più per i gesti inconsulti che per le perle calcistiche. Il dualismo con Lionel Messi, che proprio alla fine del 2022 ha coronato il suo sogno di gloria più grande, vincendo i Campionati del Mondo in Qatar, è stato archiviato con poca gloria. Le grandi sfide del passato, da Mohammed Alì contro Joe Frazier a Eddy Merckx contro Felice Gimondi sono state tali perché a entrambi è stato sempre garantito l’onore delle armi.

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