Sport

Gravina rieletto Presidente della Figc, oltre i flop della Nazionale e la guerra con Lotito

Il numero 1 del calcio italiano ottiene il 98,68% dei voti, alla faccia di chi lo ha sfidato nei palazzi del calcio e della politica

di Andrea Soglio

Gabriele Gravina è stato rieletto Presidente della Figc, con un risultato che smentisce, da solo, in maniera molto netta, le voci andate avanti per mesi sulla sua sconfitta o passo indietro nella lotta per la poltrona di guida del Calcio italiano: 98,64%.

Una cifra quasi bulgara, praticamente l'unanimità, raccogliendo quindi il totale appoggio di tutte le parti avente diritto di voto. Lo ha quindi votato la Lega Nazionale Dilettanti (che nella nuova composizione del corpo elettorale decisa a novembre con la modifica per lo Statuto pesa per il 34%, i calciatori (20%), gli allenatori (10%), La Lega Pro (12%), la Serie B (6%) ed anche la Serie A (18%)).

E a mettere il marchio del trionfo, assoluto, per Gravina va rimarcata la presenza al momento del voto e della proclamazione del presidente Uefa, Ceferin, e soprattutto del numero 1 della Fifa, Gianni Infantino.

Gravina quindi vince, anzi, stravince portandosi a casa il sostegno di tutte le componenti del calcio; nella sua testa la speranza era qualche settimana fa che tutte le realtà firmassero la sua candidatura, cosa saltata solo per il No della Serie A che però, alla fine, lo ha votato in maniera compatta.

Vero, Gravina era candidato unico ma questo è il risultato di una serie di guerre interne ed esterne in cui il Presidente Figc era stato messo al centro del mirino. I nemici che lo hanno fronteggiato ci sono stati, e davvero le hanno provate tutte a partire dal Presidente della Lazio, Claudio Lotito che ha sfruttato anche la sua veste di onorevole per cercare (ed ottenere) l'appoggio di una parte della politica mai così attiva come negli ultimi mesi nel mondo del calcio. "Ma c'è una cosa che la politica ed i politici non hanno capito - ci racconta una fonte interna alla federazione - la distanza appunto tra il mondo di Montecitorio, Palazzo Madama e Palazzo Chigi da quello del pallone che ha le sue regole, i suoi rapporti (storici ndr) e soprattutto una realtà ben diversa da quella solo di 10 anni fa".

Si sottolinea ad esempio come ormai oggi la Serie A, presentata mesi fa come il vero rivale di Gravina, sia fatta non più da imprenditori italiani, ma da proprietà straniere, in particolare statunitensi, con altri modi di fare, soprattutto nel rapporto con quello che negli Usa è il "Commissioner", il Capo della Lega sportiva, quale essa sia.

Anche parte della Serie B, inizialmente, aveva provato a mettersi contro il presidente ma la nomina di Paolo Balata (uomo vicino a Gravina) alla guida della Lega di B al posto di Mauro Bedin, aveva fermato l'onda opposta alla Presidenza Figc. La fronda di Serie A poi si è sciolta come neve al sole. Si dice che non appena le big (Inter, Milan e Juventus, inizialmente vicine a Lotito) hanno capito che non ci sarebbe stata alcuna possibilità per altri candidati, compresi alcuni grandi nomi del calcio (ricordate il periodo in cui venne fatta circolare ad hoc la voce di una possibile discesa in campo di Alessandro Del Piero...) il passo indietro è stato rapido, silenzioso ma rapido. Ed alla fine Lotito si è trovato solo. E sconfitto.

Ma far passare la ritirata ed il silenzio del presidente della Lazio di questi giorni come un addio ai propositi bellicosi può essere un rischio. Sono frequenti le voci nei palazzi della politica sulla forza dell'inchiesta proprio conro Gravina della Procura di Roma. "C'è ciccia, dicono da palazzo...", ci confidò una voce. Anche se oggi tutto questo sembra più una speranza vana che una reale convinzione o certezza.

Gravina si è semplicemente dimostrato più bravo degi avversari, sconfitti uno dopo l'altro. Lui, ancora Presidente della Figc e sig. 98,68%.

TUTTE LE NEWS DI SPORT