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Sport
Marcell Jacobs, gli inglesi rosicano ancora: "E' stata la finale di Google"
Marcell Jacobs (foto Ipa)

Il tabloid inglese Daily Mirror sminuisce la vittoria dell'italiano Marcell Jacobs nella finale dei 100 metri: "E' stata la finale di Google, i nomi familiari sono in pensione o contaminati" 

Mai medaglia d'oro è stata così inaspettata e festeggiata come quella vinta da Marcell Jacobs alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Per la prima volta un atleta italiano è salito sul gradino più alto del podio e il velocista di Desenzano del Garda, ma nato in Texas, lo ha fatto con un tempo straordinario di 9"80. Tutto il Paese ha esultato per la medaglia d'oro di Marcell Jacobs ma non gli inglesi, che già agli Europei 2020 di cacio avevano dimostrato tutta la loro anti-sportività.

Il tabloid Daily Mirror ha pubblicato un articolo in cui sostanzialmente Marcell Jacobs viene considerato un personaggio minore nell'atletica e la finale di ieri descritta come mediocre per la qualità dei partecipanti. Curioso come un commento così negativo sull'evento principe delle Olimpiadi sia arrivato dopo la squalfica per falsa partenza per l'atleta britannico Zharnel Hughes.

Marcell Jacobs, il commento da censura del Daily Mirror: "Non sapevamo chi fosse, finale con nomi di basso profilo"

"Per gentile concessione della sua falsa partenza – si legge nell'articolo del Mirror – Hughes mancava da quello che è sempre stato l'evento clou dei Giochi Olimpici, ma mancava anche un certo Usain Bolt. Il mondo sapeva da molto, molto tempo che Bolt non ci sarebbe stato a Tokyo 2020. Dopotutto, si è ritirato dallo sprint nel 2017. Ma quando gli atleti si sono sistemati sui blocchi, l'assenza di Bolt è apparsa in qualche modo ancora più cruda. Con tutto il rispetto per l'eccezionale Marcell Jacobs, questa è stata la finale di Google".

Il giornalista del Mirror, affermando di aver dovuto cercare online i nomi e le carriere degli atleti nella finale 100 metri, forse non sa che il canadese Andre De Grass ha vinto 3 medaglie alle Olimpiadi di Rio De Janeiro. Il cinese Su Bingtian è primatista asiatico e medaglia ai Mondiali di Pechino mentre gli americani Fed Kerley e Ronnie Baker ai Trials statunitensi hanno corso sotto i 9"90.

Non contento, il giornalista del Mirror cita il commento a caldo di Kerley, vincitore della medaglia d'argento, nei confronti di Marcell Lamont per corroborare il su punto di vista: "'Davvero non sapevo nulla di lui'. Non eri solo, Fred.  - scrive l'autote dell'articolo - La gente non sapeva se chiamarlo Marcell, Lamont o entrambi. E ad essere onesti, non è neanche che Fred Kerley sia un nome familiare. Quello è il problema. Nello sprint maschile in questo momento, i nomi familiari sono in pensione o contaminati. Niente Bolt, niente Christian Coleman, che sconta una squalifica per aver saltato tre test antidroga. E con l'uomo più veloce del mondo quest'anno, Trayvon Bomell, eliminato in semifinale, questo è stato un evento senza la consueta polvere di stelle".

D'altronde tutta l'antisportività degli inglesi era già emersa agli Europei vinti dalla nostra Nazionale contro quella dei Tre Leoni proprio nella loro casa di Wembley. I giocatori si sono tolti la medaglia per il secondo posto durante la premiazione degli Azzurri mentre alcuni tifosi britannici hanno lanciato una petizione per rigiocare la finale mentre altri hanno mandato lettere minacciose e piene di insulti all'ambasciata italiana a Londra. Non solo, si vocifera che il principe William, presente allo stadio per la finale, non abbia stretto la mano al Presidente Mattarella.

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