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Minuto di silenzio per Vialli. La Samp: "Riabbraccia Mihajlovic e Mantovani"
Roberto Mancini - Gianluca Vialli (foto Lapresse)

Morte Vialli: un minuto di silenzio su tutti i campi, lo struggente ricordo della Sampdoria

 

La Figc ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima di tutte le gare dei campionati di calcio in programma nel prossimo fine settimana, in memoria di Gianluca Vialli, che negli ultimi anni ha lavorato proprio per la federazione, come team manager della nazionale allenata dal "gemello" Roberto Mancini. La sua morte segue di poco quella di un altro ex giocatore della Sampdoria, Sinisa Mihajlovic.

 

I due vengono accomunati dal ricordo della società blucerchiata, che cita anche il compianto presidente Paolo Mantovani, una specie di "padre calcistico" di Vialli e artefice dello storico scudetto del 1991: "C’è già chi ti immagina tra Paolo e Vuja, felici di riabbracciarti ma altrettanto stupiti di rivederti così presto. Sì, presto Luca. Troppo presto. Dicono che non si sia mai pronti per salutare un compagno di viaggio e, purtroppo, è davvero così. Il tuo compagno di viaggio -come avevi deciso di chiamarlo- ti ha fatto scendere dal treno a 58 anni, strappando infame il tuo biglietto per nuovi orizzonti e traguardi. Un biglietto per la vita che, in fondo, valeva un po’ per tutti i tifosi blucerchiati". 

"Di strada insieme ne abbiamo fatta parecchia, crescendo e cercando, vincendo e sognando. Sei arrivato ragazzino, ti salutiamo uomo. Ti ricorderemo ragazzo e centravanti implacabile, perché gli eroi son tutti giovani e belli e tu, da quell’estate 1984, sei stato il nostro eroe. Forte e bellissimo, con quel 9 stampato sulla schiena e il tricolore cucito sul cuore. Condottiero della Sampdoria più forte, in coppia là davanti con il tuo gemello Bobby Gol. In tre parole: uno di noi. Una percezione rimasta tale dopo aver salutato in lacrime Genova e la Sud. Proprio così: pur alzando trofei in giro per l’Europa con colori, tute e abiti differenti, Gianluca Vialli era sampdoriano e i sampdoriani erano con Gianluca Vialli. Con te, nella vittoria e nella sconfitta, nella salute e nella malattia. A Berna come a Göteborg, a Marassi il 19 maggio 1991 come a Wembley un anno e un giorno più tardi. O come ancora a Wembley ma nel luglio 2021: c’eravamo tutti in quell’abbraccio al Mancio, in quel pianto a dirotto che non dimenticheremo mai".

"Non dimenticheremo i tuoi 141 goals, le tue rovesciate, le tue maglie in cashmire, il tuo orecchino, i tuoi capelli biondo platino, il tuo bomber degli Ultras. Ci hai dato tanto, ti abbiamo dato tanto: sì, è stato amore, reciproco, infinito. Un amore che non morirà, oggi, con te. Continueremo ad amarti e adorarti perché – lo sai bene del resto – tu sei meglio di Pelé. E perché, nonostante tutto, la nostra bella stagione è destinata a non finire mai. Continuerà a brillare in quel cielo cerchiato di blu su cui tu, Luca, hai firmato per sempre. 'Per chi?'. 'Per noi!'. Alla moglie Cathryn, alle figlie Olivia e Sofia e a tutta la famiglia Vialli le più sentite condoglianze da parte della società".

Più sintetico, ma non meno sentito, l'omaggio della Juventus: un semplice "Ciao Gianluca" e la foto di Vialli che alza la coppa vinta in Champions League, vinta nel 1996 con l'ex sampdoriano come capitano. L'ultimo successo europeo della Vecchia Signora.

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Tags:
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