L’Arabia Saudita sta lavorando alla propria candidatura per ospitare i mondiali di calcio 2030. Il dossier, che è stato affidato a una società di consulenza americana, prevederà quasi certamente la co-organizzazione con un altro Paese, che tuttavia non è stato rivelato: secondo indiscrezioni, potrebbe addirittura trattarsi di un Paese europeo, dando così vita alla prima edizione in coabitazione tra sedi di diversi continenti.
Per ottenere l’edizione 2030 dei mondiali, l’Arabia Saudita e i suoi partner dovranno mettere sul piatto una proposta convincente, per avere la meglio sulle altre candidature già avanzate alla Fifa: il Marocco (che potrebbe dar vita a una partnership nordafricana con Tunisia e Algeria), il Sudamerica (con il quartetto Uruguay, Argentina, Cile e Paraguay) e ben due cartelli europei, ovvero quello iberico (Spagna e Portogallo) e quello balcanico (Romania, Grecia, Bulgaria e Serbia). Altre possibili candidature, seppure non confermate ufficialmente, starebbero maturando in Europa, Africa e soprattutto in Corea, con la possibilità di uno storico accordo tra il Nord e il Sud del Paese, da tempo diviso in due.
Sempre più determinati a diventare i nuovi padroni del pallone, i sauditi hanno anche avanzato alla Fifa la proposta di uno studio di fattibilità sull’ipotesi di far svolgere i mondiali ogni due anni, anziché ogni quattro. Il governo del calcio globale ha accettato di effettuare tale studio.
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