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Roma, la triste fine di Mourinho, ricorda quella di Garcia. De Rossi? Un salto nel buio
Daniele De Rossi (fto Lapresse)

La Roma di Mourinho finisce, tristemente, come quella di Rudi Garcia

La Roma di Mourinho finisce, tristemente, come quella di Rudi Garcia (2016): il francese non riuscì a mettere la chiesa al centro del villaggio, come quest’anno ha fallito a Napoli. E venne esonerato a gennaio della sua terza stagione nella capitale, dopo una partita deludente contro il Milan, prima di Roma-Verona, che si giocherà sabato all’Olimpico.

Da oggi, sulla panchina, siede Daniele De Rossi, 40 anni, 614 presenze e 64 goal (secondo dopo Francesco), 2 matrimoni, nell’era Totti, la seconda, molto amata, bandiera della “”Magica”. Poche parole, dopo il grazie ai fratelloni americani, Friedkin: “L’emozione di poter sedere sulla nostra panchina è indescrivibile, tutti sanno cosa sia la Roma per me…..Non abbiamo tempo, né scelta: essere competitivi, lottare per i nostri obiettivi e provare a raggiungerli sono le uniche priorità, che il mio staff ed io ci siamo dati", ha detto Daniele, sposato, in seconde nozze, con la bella attrice Sarah Felberbaum, 2 figli.

Il contratto, che lega De Rossi alla Roma ha come scadenza il prossimo 30 giugno 2024: nell'accordo non è stata inserita nessuna opzione di rinnovo. Se De Rossi farà bene, in questi mesi, potrà, ovviamente, conquistarsi la conferma da allenatore anche per il futuro: tutto sarà, dunque, rimandato al giudizio del campo, dai risultati alle prestazioni, da qui a fine stagione. Nell'accordo tra De Rossi e la Roma è stato inserito un bonus, nel caso di conquista di un piazzamento alla prossima edizione della Champions League. In caso di ulteriore flop, potrebbe arrivare Conte.

Tornando all’esonero di Mou, c’è chi ironizza sulla Conference League, vinta dai giallorossi a Tirana, ma era dal 2010 che una squadra italiana non conquistava un trofeo in Europa. E c’è stata, lo scorso anno,la finale di Europa League persa, non soltanto a giudizio del portoghese, per decisioni anti-Roma dell’arbitro. Il licenziamento del portoghese, dopo le pesanti sconfitte nel derby e a Milano, è stato deciso dagli azionisti yankee, sempre più freddi, scontenti e convinti che con l’esoso Mou non ci fossero più le condizioni per salvare la stagione.

E ora intendono provare a rientrare nella zona Champions League.

Daniele De Rossi, che non diventò mai il “capitan futuro” nella Roma del dopo-Totti, torna a lavorare, dunque, nella sua città con un curriculum, in serie B, non esaltante: 5 mesi da allenatore sulla panchina della Spal, con 3 vittorie, 6 pareggi, 8 sconfitte prima di essere esonerato.

Un salto nel buio, per il club e soprattutto per i fans della “Magica”, che avevano riempito, sempre, l’Olimpico, incoronando il tecnico del “Triplete” conquistato con l’Inter, che è stato posto su 1 gradino sotto Totti e 2 sotto Paulo Roberto Falcao.

Purtroppo, in primis per i tifosi più caldi d’Italia, a 61 anni, Mourinho non è più lo”Special one”, che si rivelò a Londra, a Milano, a Madrid. Nelle 5 squadre, allenate dopo quella di Moratti, l’avventura del portoghese si è conclusa con “zero tituli”, un mancato rinnovo (Real Madrid) e 4 esoneri consecutivi. Forse, per molti fans giallorossi, conta ancora più il mito della realtà. Ma la realtà è implacabile.

E, in questi anni, gli imprenditori statunitensi hanno firmato mega-assegni per dare al tecnico calciatori, che i grandi club non potevano permettersi, tipo Lukaku e Dybala. A lui un ingaggio, fuori portata per tutti (meno la Juventus dell’era Agnelli) e solo una richiesta: arrivare almeno quarti. Mourinho firmò un triennale da 7 milioni di euro netti l’anno, più bonus. A integrare lo stipendio ci ha pensato il Tottenham: fino alla scadenza dell’intesa, che aveva raggiunta con lo “Special One”, quindi per le ultime due stagioni, gli Spurs hanno versato al portoghese 9 milioni di euro l’anno. La somma complessiva sarà, quindi, di 16 milioni per il 2021/22 e il 2022/23, mentre nel 2023/24 si abbasserà ai “soli” 7 milioni versati dai Friedkin.

Insomma, lo stipendione di Mourinho resta tra i più alti, ma continua a diminuire, per colpa, sicuramente, anche degli ultimi insuccessi. Secondo solo a Diego Simeone, allenatore dell’Atletico Madrid, primo in classifica con una busta paga di 43 milioni di euro l’anno.

Con loro non possono, certo, competere gli emolumenti di De Rossi, che da calciatore, in 18 stagioni, ha incassato dal club – senza considerare i premi per i risultati sportivi – 56,17 milioni di euro netti (103,91 milioni di euro il costo totale sui bilanci societari). Lo stipendio netto medio, tra il 2004 e il 2019, è stato pari a 3,74 milioni di euro. All’inizio dello scorso decennio, De Rossi, campione del mondo con l’Italia di Lippi nel 2006, è diventato il secondo giocatore più pagato della rosa, con circa 8 milioni di stipendio all'anno, secondo ovviamente, solo al “Pupone”.

Figlio di Alberto De Rossi, già tecnico delle giovanili giallorosse, ha compiuto tutta la trafila fino alla prima squadra, dove ha esordito il 30 ottobre 2001 in un match di Champions. Ha vinto 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa di Lega; in Nazionale ha giocato 117 partite con 21 reti, vincendo, con i compagni Totti e Perrotta, il Mondiale 2006 (bronzo olimpico e titolo europeo con l'Under nel 2004). Il primo e più gradito “in bocca al lupo !” il nuovo allenatore lo ha ricevuto dal suo ex capitano, che ha messo, su Instagram, un “like” accanto a un post dell’ex calciatore giallorosso, Fabrizio Romondini, che ha scritto a Daniele : “Daje tutta, amico mio !”

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