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Bologna, passeggiare in centro? Durante i fine settimana sei tracciato

Il Grande Fratello di Bologna

Di Antonio Amorosi
Bologna, passeggiare in centro? Durante i fine settimana sei tracciato

A Natale, se vi capita di passare da Bologna e siete clienti Vodafone, potrete provare la magica ebbrezza di essere tracciati in ogni vostro passo. Con un'iniziativa, il Comune guidato dal Pd di Virginio Merola ha deciso di monitorare i vostri spostamenti. E' un'idea del settore marketing presieduto dall'assessore Matteo Lepore, ex dirigente coop, che per l'operazione ha stanziato 32.787,50 euro di denaro pubblico.

Il Comune si era già distinto in piena crisi economica, nel 2011, finanziando con 98.000 euro una società che “misurava i sentimenti” dei bolognesi. Ora è il turno del tracciamento o monitoraggio di chiunque passi dal centro storico, come riportato sul sito del Comune, nel provvedimento n. 421872 del 2017, esecutivo dal 5 dicembre e realizzato nel 2017. Sulla carta è tutto ok. L'ente vuole solo monitorare il flusso dei visitatori durante i T-Days (come viene chiamata la chiusura al traffico con pedonalizzazione del centro storico durante i weekend), analizzando i dati di localizzazione degli smartphone. Il Comune paga Vodafone per tracciarli. L’amministrazione vuole conoscere i dati, scrive nel provvedimento, per meglio gestire il pubblico di visitatori della città, distinguere fra residenti e non residenti che si muovono nel centro storico, il loro tempo di permanenza, da dove provengono le persone e tanta altre belle informazioni. Ma il rischio è di far arrivare i nostri dati a chi non ne ha titolo. Perché a differenza di quello che già accade con le nuove tecnologie di geolocalizzazione, a Bologna il preciso tracciamento dei nostri spostamenti potrebbe finire nelle mani di un funzionario, di un assessore, del sindaco e di non si sa chi altri. “Non esiste un tracciamento di un apparecchio telefonico, in modo completamente anonimo”, spiega ad Affaritaliani l'avvocato Massimo Massimo esperto di privacy e questioni informatiche.

Quando firmiamo un contratto con un gestore gli permettiamo di accedere ad una nostra serie di dati. Quindi sta nelle cose che lui sappia dove andiamo a fare la spesa, che regali di Natale facciamo con il cellulare, se ci fermiamo per un caffè o in incontri continui con una donna, che potrebbe essere la nostra amante. Ogni nostro passo è rilevato, tracciato e schedato. I nostri smartphone sono in tempo reale collegati con delle celle telefoniche e grazie ad una miriade di applicazioni che si aggiornano tra notifiche, chiamate e messaggi, i gestori raccolgono i nostri dati, conservati per 24 mesi per quanto riguarda il traffico telefonico (chiamate risposte, effettuate), 30 giorni per chiamate senza risposta (gli squilli), 12 mesi per il traffico telematico.

Certo nel caso del monitoraggio del Comune di Bologna sono previste garanzie sui dati degli utenti, come si legge sul sito di Vodafone: “I dati, prima di esser elaborati...vengono opportunamente ed irreversibilmente anonimizzati ed aggregati nel rispetto delle vigenti normative di privacy.” E si può chiedere di essere rimossi dall’analisi inviando un sms a Vodafone. Ma sull'”irreversibilmente anonimizzati” e sulla certezza di essere esclusi dal monitoraggio ci sono da anni seri dubbi. Soprattutto le ricerche provano che in numerosi casi gli utenti prima «anonimizzati» sono stati poi identificati.

“Qualunque modalità di tracciamento se prima non è resa trasparente ai consumatori e alla comunità esperta di cybersicurezza, rischia di violare la riservatezza di chiunque e in questo caso di chi camminerà nella zona dei T-Day del capoluogo emiliano”, commenta ancora l'avvocato Melica e spiega: “Ai fini della protezione dei dati personali, non esiste un tracciamento di un apparecchio telefonico, in modo completamente anonimo senza che si rilevi il numero imei, l’utenza telefonica, la geolocalizzazione dell’apparecchio e quindi dell’utente ad esso legato. E questa attività potrebbe avere effetti non «simpatici» per chi ha un attività in centro. Faccio un esempio. Se una persona deve comprare un gioiello per l'amante e sa di questo tracciamento in centro a Bologna sceglierò di andare in periferia, casomai in un centro commerciale coop, dove sa che non c'è. Capisce? E aggiungo che neanche si comprende a cosa possa servire un monitoraggio fatto in questo modo”. Infatti i dati raccolti saranno solo degli utenti che hanno un gestore Vodafone e non degli altri.

Ma resta comunque una situazione che farà balzare sulla sedia i più critici nei confronti dell'internet delle cose ( tutto ciò che può connettersi alla rete e da questa può essere governato). Critici soprattutto per quanto riguarda la sicurezza dei dati personali e i possibili attacchi informatici: la manipolazione delle informazioni e gli attacchi di criminali.

Ai lettori più critici ricorderà George Orwell, e la sua società da carcere panottico, il carcere studiato dal sociologo Michel Fuocault, con infiniti occhi e orecchie che controllano tutti e dissolvono la sfera individuale in un induzione al consumo ( anche di alcuni prodotti al posto di altri). Solo che in questo caso l'orecchio e l'occhio potrebbe diventare quello del sindaco di Bologna o dei suoi dipendenti. Per la felicità dei commercianti del centro storico ignari di tutto.


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