Tensione alta al cantiere Tap di Melendugno, dove sono appena ricominciati i lavori per la realizzazione del gasdotto che porterà in Italia il gas dell'Azerbaijan. Centinaia di attivisti hanno deciso di presidiare la zona dall'alba e ingente è lo spiegamento di agenti, che hanno dovuto fare spazio con la forza ai mezzi della ditta incaricata da Tap di espiantare circa 200 ulivi dal tracciato.
A dare il via libera ai lavori è stata la nota inviata dal ministero dell'Ambiente alla Prefettura di Lecce, che una settimana fa aveva chiesto alla multinazionale di sospendere le attività, in attesa dei chiarimenti sul l'iter autorizzativo. A sostegno della legittimità delle autorizzazioni in atto, lunedì 27 marzo è arrivata anche la sentenza del Consiglio di Stato, che ha respinto i ricorsi della Regione Puglia e del Comune di Melendugno.
Il ministero dell'Ambiente, a sua volta, ha ribadito che l'autorizzazione al l'espianto fornita a Tap dall'Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia è regolare e quindi i lavori possono proseguire. Al presidio partecipa il sindaco di Melendugno, Marco Poti, insieme con altri primi cittadini del Salento. L'area del cantiere è inibita al l'accesso, con blocchi delle forze di polizia su tutte le strade interpoderali che conducono in zona San Basilio.