Fondatore e direttore
Angelo Maria Perrino

Visibilia Editore a picco a Piazza Affari dopo la richiesta di delisting

Dall’Ipo del 2010 a oggi la società controllata da Daniela Santanchè ha bruciato il 98,75% del valore

santanche libro

Seduta da brivido per Visibilia Editore, che sull’Aim Italia oggi non riesce a fare prezzo restando sospeso dopo pochi minuti di scambi a inizio giornata e appena 93.800 azioni scambiate, con un calo teorico del 18,4% a 7,85 centesimi di euro per azione, nuovo minimo. A innescare il capitombolo è la decisione della società editoriale che fa capo a Daniela Santanché di sottoporre all’assemblea dei soci, convocata per il 6 dicembre prossimo, la revoca dalle negoziazioni sull’Aim Italia delle azioni della società dopo il flop dell’aumento di capitale da scarso un milione di euro (per la precisione 998.543,62 euro), sottoscritto sì per complessivi 724.862,09 euro, pari al 72,59% dell’offerta, ma di cui 688.593,36 euro (il 95% di tutti i titoli sottoscritti) da parte di Visibilia Editore Holding (VEH) e per appena 36.268,73 euro dal mercato.

VEH fa capo alla stessa Daniela Santanché e Paola Ferrari e si era impegnata a sottoscrivere, come poi avvenuto, l’aumento per la sua quota parte, il 69% del capitale ante ricapitalizzazione salito dopo l’operazione al 75,9%. Una nota di Visibilia precisa che ad oggi l’unico altro socio sopra il 5% è la vedova del defunto Patrizio Maria Surace (già fondatore di Pms, oggetto nel 2014 del reverse take over che ha portato Visibila Editore in borsa), Elena Palacios Rodriguez, col 5,4%, mentre Paola Ferrari, prima dell’aumento socia direttamente col 5,6%, non ha partecipato ed anzi potrebbe aver ceduto la quota visto che la nota di Visibilia parla di un flottante pari al 18,7%. Anzi, pare addirittura che la Ferrari non ne sapesse nulla.

A questo punto per delistare il titolo alla Santanché basterà ottenere il 90% dei voti presenti in assemblea ed è facile prevedere che ci riuscirà, salvo una partecipazione massiccia dei piccoli azionisti, visto che se si presentassero in assemblea solo i due soci principali VEH rappresenterebbe oltre il 93% dei voti. La parabola di Visibilia Editore in borsa dovrebbe dunque concludersi entro l’anno, “prevedibilmente a partire dal 16 dicembre 2016” come avverte la nota societaria.

Il bilancio non è certamente positivo: nel 2010 Pms era stata collocata a 6,4 euro per azione, da allora, salvo un fugace balzo sin sopra i 4 euro agli inizi del 2012 (cui seguì uno storno a 1,9 euro nei tre mesi successivi e un ancor più fugace rimbalzo fino sui 3,4 euro nel giugno dello stesso anno), il titolo non ha fatto che perdere gradualmente quota, tra quotazioni rese molto volatili dagli scarsi volumi di scambio. L’ideale per far male ai trader “della domenica” oltre che ai cassettisti, che nel caso avessero sottoscritto l’Ipo e provassero a vendere il titolo stasera avrebbero visto svanire il 98,75% del loro investimento.

Luca Spoldi


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