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Botte da orbi Cgil-Fiom. "Il destino della sinistra non ci interessa"

Dopo l'intervista di Affaritaliani.it a Massimo Bonino, segretario della Cgil di Milano, Rota lancia sempre su Affari un attacco durissimo al capo della Camera

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di Fabio Massa

Mirco Rota è il segretario generale della FIOM Lombardia. Dopo l'intervista di Affaritaliani.it a Massimo Bonino, segretario della Cgil di Milano, Rota lancia sempre su Affari un attacco durissimo al capo della Camera del Lavoro di Milano. "Sconcertante. Ha firmato un documento nel quale si impegnava a far votare no. Con chi vuole farlo il pontiere? Si preoccupa dei destini della sinistra quando non è il nostro mestiere. Noi dobbiamo difendere la Costituzione"... L'INTERVISTA AD AFFARITALIANI.IT

Segretario Rota, ha letto l'intervista a Bonini. Che cosa ne pensa?

E' davvero sconcertante quel che dice.

Addirittura.

Sì. Ma partiamo dai fatti: il segretario della Camera del Lavoro di Milano, quando si è tenuta l'assemblea della Cgil, ha dichiarato di votare no, e di volersi impegnare per far votare no. L'assemblea generale impegna tutte le strutture, e anche la camera del lavoro di Milano, che è la più importante d'Italia, a far votare no. Difficile però impegnarsi se non si dice neppure che cosa si vota.

Forse non l'ha detto per non creare divisioni.

E' scontato che molti voteranno sì. Dice che ha lasciato libertà di voto. Ma noi non abbiamo lasciato libero nessuno. E' un diritto costituzionale votare in dissenso con l'organizzazione. Ma non c'è libertà di voto.

Bonini ha insistito sul concetto dei pontieri.

Sì, dice che lo fa per tenere unita la Cgil. Ma la Cgil è unita eccome. All'assemblea e per approvare il documento che ci schierava con il No, ci sono stati 332 sì, neanche un contrario e semplicemente tre astenuti. Questa affermazione di tenere unita la Cgil è pretestuosa. Dovrebbe essere unita e anche coerente, soprattutto per quanto riguarda i gruppi dirigenti. Non si capisce i pontieri verso chi vogliono fare il ponte. Io penso invece che gli unici pontieri non sono verso chi vota sì in Cgil, ma sono pontieri verso quelli che stanno nella sinistra. Questa ambiguità di comportamento è perché a Milano non si riesce ad avere autonomia netta nei confronti del Partito Democratico.

Ma se Bonini è stato accusato proprio di aver spezzato la cinghia con il Pd.

Mi sembra che si stia comportando in una maniera diversa. Se voleva fare il pontiere, doveva dichiararlo l'8 settembre. Invece ha un documento che lo impegna a convincere i lavoratori a votare no. Mi diventa difficile andare a una assemblea con i lavoratori se hai un segretario che non dice che cosa vota.

L'idea è che dopo il 4 dicembre c'è il 5 dicembre.

Il nostro compito non è occuparci delle sorti del mondo e della sinistra. Noi vogliamo far vincere il no per ragioni di merito. Lavoriamo in questa direzione. La preoccupazione di tenere unita la sinistra esula dal nostro ruolo di dirigenti sindacali.


@FabioaMassa
fabio.massa@affaritaliani.it


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