Affari Europei
Danimarca, l'attacco a Parigi influenza il referendum sull'Ue

Il prossimo 3 dicembre i danesi si recheranno alle urne per un importante referendum sull'Ue. Saranno chiamati a esprimersi sull'opt-out della Danimarca su alcune materie come la giustizia e gli affari interni. Si voterà per la precisione su 22 temi riguardanti la legislazione danese ed europea. Temi che comprendono la criminalità informatica, gli abusi sui minori e la tratta di esseri umani.
Per mesi, i sostenitori dell'opt-in hanno trasformato la campagna in una sorta di scelta tra l'appartenenza oppure la fuoriuscita dalla polizia comune dell'Ue Europol. Dall'altra parte, i sostenitori dell'opt-out hanno avvertito gli elettori che votare a favore dell'opt-in vorrebbe dire che la Danimarca potrebbe doversi adeguare alle decisioni di Bruxelles in tema di migranti e richiedenti asilo, tema molto caldo a Copenaghen e dintorni.
Finora tutti i sondaggi prefiguravano un testa a testa ma ora gli attacchi a Parigi potrebbero risultare decisivi nel determinare il risultato. Secondo molti osservatori il voto rischia di trasformarsi in un referendum sulla fiducia dei danesi su Schengen. Secondo Frederik Hjorth dell'Università di Copenaghen gli attentati hanno rafforzato il fronte del "no" e della paura. Ma secondo Adam Diderichsen dell'Università di Aalborg afferma che potrebbe pesare invece il fatto che con la vittoria dei "no" la polizia danese resterebbe sola a far fronte ai propri problemi interni,
Nel parlamento danese, quasi tutti i partiti politici, se si eccettua l'alleanza tra verdi e comunisti e il partito nazionalista del Popolo danese, tutti gli schieramenti si sono detti a favore del "sì". Ciò ha creato tensione interna al governo, che dipende dallìappoggio del partito del Popolo danese. Un partito che non è contro l'appartenenza della Danimarca all'Ue ma che si oppone fortemente all'accoglienza dei migranti. Insomma, il voto del 3 dicembre diventa un primo importante test sull'Europa post 13 novembre.