Grecia, la grande corsa per il mare. E' l'unico settore che dà ancora lavoro - Affaritaliani.it

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Grecia, la grande corsa per il mare. E' l'unico settore che dà ancora lavoro

Il futuro della Grecia, dopo la vittoria dei "no" al referendum, è appeso a un filo. Atene sta vivendo la sua peggiore crisi economica dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e una soluzione per tornare al benessere sembra non esserci. Nel primo trimestre del 2015 il tasso di disoccupazione è arrivato al 26,6% e per i giovani sotto i 25 anni ha raggiunto la cifra record del 50%.

Ma c'è un settore che ancora tiene e proprio per questo richiama sempre più persone: il mare. Il governo, a corto di soldi, si sta muovendo per vendere una quota di maggioranza del porto del Pireo, l'industria navale della Grecia che costituisce quasi un quinto della flotta mercantile-trasporto del mondo. Ma l'industria navale assume ancora, e soprattutto con salari medi. La via di fuga del mare sta richiamando tantissimi greci, che stanno affollando le 10 accademie marittime del Paese.

Lo scorso anno le accademie marittime hanno ricevuto circa 5 mila domande per soli 1200 posti. Il piano di studi comprende 3 anni di lavoro rigoroso in classe militare. Secondo le statistiche, nel 2014 c'è stato un aumento delle iscrizioni del 25% rispetto al 2010. E nello stesso periodo le percentuali di università e scuole di perfezionamento sono rimaste invariate.

Oggi la Grecia è sede di una delle più grandi flotte al mondo di navi mercantili, attirate qui da generose agevolazioni fiscali sancite dalla Costituzione. Qui opera più della metà della flotta dell'intera Unione Europea. Si tratta dell'unica industria scampata alla crisi della Grecia e dà occupazione a più di 200 mila greci ed è un numero in aumento. Storicamente lavorare nel mare era visto come un impiego operaio, oggi invece un lavoratore a tempo pieno percepisce circa 1200 euro al mese. Il mare è diventato una strada per il benessere. E per la speranza.