Affari Europei
Grecia, il "no" vince grazie a campagne e isole. Atene più europeista

Il destino della Grecia deciso da campagne e isole. E' lì che si è concentrato il voto contro l'accordo imposto dai creditori, mentre ad Atene la percentuale del "no" al referendum è stata molto più bassa. Sulla costa della penisola del Peloponneso settentrionale è salita un'ondata di gioia dopo l'apertura delle urne. I residenti locali sono felici del risultato del referendum che ha portato alla vittoria dei "no" e dunque al dispigarsi di nuove negoziazioni tra governo greco e Unione Europea. La popolazione rurale è stata determinante per la vittoria del "no", come suggerisce la scomposizione dei risultati elettorali.
Secondo gli analisti, questo è dovuto alla distanza che gli elettori delle zone rurali hanno con la capitale più cosmopolita e soprattutto per la sensazione di non avere ormai più niente da perdere votando contro le prescrizioni imposte dai creditori sull'austerità. Nella regione meridionale del Peloponneso la maggiore fonte di sostentamento per la popolazione risiede sui prodotti della terra e qui i temi legati alla finanza e alle imposizioni Ue sono sentiti molto lontani.
Analizzando il voto, si scopre che nelle due circoscrizioni principali di Atene, sede di circa un quarto degli abitanti del paese (vale a dire 11 milioni di persone), i "no" sono stati ben al di sotto della media nazionale del 61%. Sono stati infatti il 52% ad Atene A e il 58% ad Atene B. Ciò non di meno, anche ad Atene la gente si è riversata in strada per festeggiare l'esito elettorale. Piazza Syntagma si è infatti presto riempita di cittadini in festa, di tutte le età. Sono convinti che ora il loro Paese sia più forte nei confronti di Bruxelles. Saranno le prossime settimane e i prossimi giorni a stabilire se hanno ragione.