Affari Europei
Grecia, Tsipras è ormai al capolinea. Due ipotesi: rimpasto o elezioni
La militante che nella manifestazione di domenica bruciava la bandiera di Syriza non era un caso isolato. Il partito di Alexis Tsipras perde i pezzi. Il sì del Parlamento di Atene alle riforme imposte dall'Ue non è indolore per il premier greco che, dopo Varoufakis, perde 38 dei suoi tra cui anche figure di peso. La spaccatura di Syriza è ufficiale. L'ok al piano sarà pagato a caro prezzo dal leader che sembrava essere entrato ancor di più nei cuori di greci dopo che aveva indetto il referendum del 5 luglio sulla prima bozza d'accordo con l'Ue. Peccato che il secondo accordo, quello effettivo, contenga misure ancora più pesanti.
E così, dopo l'addio (e le bordate sul governo) di Varoufakis ecco i 38 che hanno votato contro l'esecutivo a proposito delle riforme imposte da Bruxelles. E dopo l'ex ministro delle Finanze hanno abbandonato Tsipras anche il presidente del Parlamento Zoi Kostantopoulou e il ministro dell'Energia Panagiotis Lafazanis. A questo punto il destino di Tsipras appare segnato. Sul campo si fanno strada dunque due ipotesi: rimpasto o nuove elezioni.
"La scelta di responsabilità" di Tsipras non è piaciuta a molti. Il premier andrà avanti a vista grazie al sostegno di ex oppositori. 122 voti governativi sono troppo pochi per sperare che il premier abbia ancora vita lunga. Quantomeno con questa maggioranza. Per tirare avanti ormai si aspetta solo il rimpasto di governo che andrà a pescare anche tra socialisti e forse persino conservatori. La neosegretaria del Pasok, Gennimata, appare destinata agli Esteri, mentre i centristi del Potami valutano un sostegno esterno.
Nel frattempo i dissidenti di Syriza confluiscono in una nuova creatura che viene definita Piattaforma di Sinistra, la cui posizione di leader sarà assunta con ogni probabilità da uno tra Varoufakis e Kostantopoulou. L'intenzione è quella di costruire una vera opposizione alla Troika e a questo punto anche allo stesso Tsipras. Uno Tsipras che ha deciso di proseguire e portare a termine la vicenda del piano Ue, anche a costo della sua popolarità e probabilmente della sua leadership. La strada del rimpasto sarà in ogni caso a tempo. Nuove elezioni sembrano sempre più vicine. E già circola la data del 13 settembre...