Chiambretti: "Fazio? Ma quale censura. In Italia contano solo gli interessi"

Il conduttore: "Quando fui cacciato io dalla Rai non ero un martire e nessuno si indignò. Avere una tessera di partito dà vantaggi ma anche svantaggi"

di Redazione Mediatech
Piero Chiambretti su Rai, Fazio e Annunziata. Foto Lapresse
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Chiambretti: "Mai votato Berlusconi e partecipato a feste dell'Unità"

Sul caso degli addii in Rai di Fabio Fazio e Lucia Annunziata, dice la sua anche Piero Chiambretti. "Diciamo - spiega il conduttore Mediaset a La Stampa - che la tv e la politica vanno a braccetto da sempre e che non c’è nulla di nuovo sul fronte occidentale, anche se oggi molti scappano dando l'impressione di farne una questione di principio. Se hai una tessera di partito in tasca, in Rai fatichi meno a lavorare, direi. Ma direi anche che se non ce l’hai, se sei un cane sciolto, hai il vantaggio che magari lavori anche quando cambiano i governi. Io faccio tv da decenni e anche negli anni d’oro di Rai3, di cui sono stato fondatore, la lottizzazione era codificata. Rai 1 alla Dc, Rai 2 ai socialisti, Rai3 alla sinistra. Sono giusto cambiati i colori. Fazio e Annunziata? Chi se n'è andato lo ha fatto per scelta. Non è stato cacciato nessuno. E nessuno è rimasto disoccupato. Mi sembra difficile parlare di censure".

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Chiambretti parla anche della sua esperienza personale e lancia una frecciatina a Fazio: "Vedo - prosegue Chiambretti a la Stampa - che in giro ci sono agenti molto efficienti che riescono a garantire spazi confortevoli ai propri assistiti. Io, quando fui fatto fuori dalla Rai, rimasi fermo due anni. Nessuno si indignò o scese in piazza, ma non è che mi sentissi un martire. Piuttosto noto con dispiacere che in Italia gli ideali sono meno importanti degli interessi. Si disse che mi cacciò Berlusconi. Che poi però mi ha chiamato a Mediaset, dove sono in piena sintonia con Piersilvio. Lavoro lì da dodici anni, dopo averne fatti quindici in Rai. Non ho mai votato il Cavaliere e nemmeno fatto una festa dell'Unità".

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