La7 chiude Non è l'Arena, dai costi alla mafia: tutto quello che non torna

Secondo Giuliano Ferrara Cairo avrebbe chiuso Non è l'Arena di Massimo Giletti per i "costi eccessivi": il ballon d'essai del Foglio

Di Giuseppe Vatinno
giuliano ferrara
MediaTech

L’ipotesi traballa come un budino, ecco perchè

Giuliano Ferrara, ex agente della Cia dichiarato, non è più da anni direttore de Il Foglio ma in realtà è sempre presente nelle pagine del quotidiano, visto che scrive regolarmente articolesse che sono caratterizzate spesso dal solo spirito di stupire, di lanciare la boutade contro corrente, fine a se stessa o peggio a supportare tesi bizzarre o magari per aiutare i suoi cari, come diceva Andreotti di Craxi, di cui Giulianone è stato indimenticato sostenitore e che lo mandò addirittura  a Bruxelles come eurodeputato.

A far pensare questa volta è però un articolo del vicedirettore Salvatore Merlo -uscito sul quotidiano diretto da Claudio Cerasa- che lancia l’ipotesi della “pista economica” per la chiusura di Non è l’arena voluta e decisa dal suo editore Urbano Cairo.

Quello che ha tutto l’aspetto di un ballon d’essai è il fatto che–secondo Merlo-  la trasmissione costava 200.000 euro a puntata ma ne incassava solo 50.000 – 60.000 di raccolta pubblicitaria provocando una perdita secca di 150.000 -140.000 euro, una cifra insostenibile anche per Cairo, che di soldi ne ha fatti e ne ha parecchi.

L’ipotesi è rafforzata dalla tesi che l’editore è noto per essere molto attento alla gestione dei costi e che quindi abbia chiuso un paio di mesi prima la trasmissione per risparmiare. Certamente a nessuno piace perdere il proprio denaro ma l’ipotesi traballa come un budino perché pare strumentale. Infatti, dopo anni di rapporti consolidati di lavoro pare strano che si chiuda per non perdere una cifra alta ma non certo esorbitante per Cairo, visto che mancava poco alla chiusura naturale estiva. A supporto viene citato il fatto che Salvatore Baiardo si era offerto –riporta l’articolo- per trovare ulteriori entrate pubblicitarie.

Un’altra ipotesi che gira è che Giletti fosse in procinto di mostrare una foto –di cui lo stesso conduttore ha parlato ai Pm- in cui c’è Silvio Berlusconi insieme al boss Giuseppe Graviano (chiamato con lo pseudonimo di “Madre Natura”) e al generale dei carabinieri Francesco Delfino che potrebbe interessare il filone delle stragi di Firenze, anche se è ancora del tutto da dimostrare che tale foto esista davvero.

Questa ipotesi è stata rilanciata da Open, il quotidiano on line fondato da Enrico Mentana e diretto da Franco Bechis.

Al di là del caso specifico su Berlusconi è però abbastanza probabile che Cairo abbia chiuso così improvvisamente la trasmissione perché Giletti, nel tempo, si era occupato spesso di temi legati alla mafia in generale che magari potevano essersi sovrapposti a indagini della magistratura pregiudicandone gli esiti o comunque interferendo con essa.

La vicenda è un vero e proprio porto delle nebbie perché nessuno dei protagonisti, sia Giletti che Cairo, si sbilancia e trattiene un misterioso riserbo.

Nel frattempo però qualche reazione c’è stata tra i colleghi.

Mentana parteggia per Giletti, visto che sia Open che soprattutto la sua compagna Francesca Fagnani, ha avuto parole critiche a favore della libertà di stampa e ostili a Cairo.

Invece Lilli Gruber ha appoggiato apertamente la “ditta”, e cioè Cairo stesso affermando in diretta televisiva:

"Noi qui a Otto e Mezzo e La7 andiamo bene come ascolti, il che è sempre una bella garanzia anche di autonomia. Per fare buoni ascolti, forse, bisogna anche essere anche molto liberi. Abbiamo un editore che ci dà grande libertà, Cairo, questo ricordiamolo sempre". Per la serie: tengo famiglia.

Tace sapendo di tacere Corrado Formigli che è già impelagato in una appiccicosa polemica con il centro – destra che diserterebbe –a suo dire- il suo talk show Piazza Pulita, sempre su La 7.

Resta comunque il fatto che uno dei più rilevanti gruppi editoriali italiani che “fa opinione” con la corazzata de Il Corriere della Sera e La 7 abbia deciso di interrompere la trasmissione senza neppure un comunicato del comitato di redazione.

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