Musk, l'uomo più influente al mondo usa ketamina. Bomba sulla Silicon Valley

Una nuova "corrente psichedelica" è nata tra i grandi miliardari americani del settore tech. E tra questi, c'è anche l'uomo più ricco e influente del mondo

di Redazione Mediatech
Elon Musk fuma un Joint
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"Elon Musk usa la ketamina per combattere la depressione", la bomba del Wsj sul patron di Twitter

Elon Musk fa personalmente uso della ketamina: lo afferma il "Wall Street Journal", e il diretto interessato, anzichè smentire, ha tessuto su Twitter le lodi del farmaco anestetico come rimedio contro la depressione. L'amministratore delegato di Tesla e SpaceX assumerebbe la ketamina a piccole dosi, secondo un testimone anonimo citato dal quotidiano statunitense.

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In un messaggio pubblicato su Twitter proprio ieri, Musk ha affermato che "la ketamina assunta occasionalmente è un'opzione migliore" dei farmaci comunemente prescritti negli Stati Uniti per il trattamento della depressione; un'opinione che l'imprenditore sostiene di aver maturato sulla base dell'esperienza di "amici".

Musk si è anche scagliato contro la piaga delle prescrizioni facili di psicofarmaci negli Stati Uniti, affermando che in quel Paese "la gente viene zombificata a forza di Ssri", gli inibitori seletivi della ricaptazione della serotonina.

Come ricorda il "Wall Street Journal", la Food and Drug Administration statunitense (Fda) ha approvato la versione inalabile della ketamina per il trattamento della depressione resistente ai farmaci nel 2019, citando test clinici favorevoli. L'uso ricreativo del farmaco, invece, è illegale, e l'Fda ne prescrive l'assunzione in presenza di personale sanitario per limitare il rischio di abusi.

Ma Elon Musk non sarebbe il solo. Il Journal ha riportato infatti che anche un altro miliardario della tecnologia utilizza psichedelici. Secondo l’autorevole testata, infatti, il cofondatore di Google Sergey Brin fa uso di funghi psilocibinici, legali solo in Colorado e Oregon.

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“In questo momento ci sono milioni di persone che fanno microdosing di sostanze psichedeliche”, ha detto Karl Goldfield, ex consulente vendite e marketing a San Francisco, che fornisce consulenza informale a parenti e colleghi nel mondo tecnologico su come calibrare la giusta piccola dose per ottenere la massima consapevolezza. “È il percorso più veloce per aprire la tua mente e vedere chiaramente ciò che sta accadendo”, ha detto Goldfield.

Dietro questa nuova moda ci sarebbe un unico filo rosso: la convinzione (montata negli ultimi anni, e diventata popolare anche grazie a diversi documentari presenti sulle grandi piattaforme streaming come Netflix) che l’assunzione di queste sostanze contribuisca in qualche modo ad allargare le potenzialità del cervello, della percezione e, in qualche modo, dell’intelligenza umana.

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Un nuovo “movimento psichedelico” è nato dunque in Silicon Valley. Un movimento, questo, non nato dal basso, ma dai manager più influenti al mondo delle grandi società tecnologiche.

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