Bonaccini provoca Di Battista: "Col Pd o Fdi, da che parte stai?". Lo scontro

Stefano Bonaccini e Alessandro Di Battista si sono beccati a DiMartedì su La7 ma lo scontro è poi proseguito sui social

Di Giuseppe Vatinno
Alessandro Di Battista
Politica

Di Battista esce subito dal seminato buttandola sul personale

Stefano Bonaccini e Alessandro Di Battista si sono beccati a DiMartedì su La7 ma lo scontro e poi proseguito sui social, anche ora. Aveva iniziato il solito Dibba rispondendo a Bonaccini che aveva parlato di “nuovo Pd”: «Nuovo Pd? In che senso? Non vedo grandi differenze. Sull’Ucraina, la questione principale che riguarda le nostre vite, la linea del Pd è identica alla linea di Fratelli d’Italia, la linea della Schlein è identica a quella della Meloni: sosteniamo l’Ucraina, mandiamo più armi e di negoziato non parla nessuno».

Bonaccini, citando Cuperlo, ribatte: «Se non avessimo sostenuto la resistenza Ucraina non ci sarebbe più quel Paese, se la Russia si vuole fermare si fermerà la guerra. Abbiamo fatto bene a sostenere questa linea. Ora serve cercare una via diplomatica per arrivare ad una pace giusta». E qui Di Battista esce subito dal seminato buttandola sul personale e ricordando a Bonaccini “hai perso le primarie”, che non si vede cosa c’entri con il tema trattato e cioè la guerra in Ucraina.

E poi attacca il piatto forte del repertorio e cioè per quale motivo non si mandino armi pure ai palestinesi al che Bonaccini risponde serafico con un sorrisone malandrino: “Ma perché Israele è una democrazia a differenza della Russia”. E poi il governatore prova l’affondo:” In un sistema bipolare, come ormai è tornato a essere quello italiano, penso che lei, Di Battista, dovrà scegliere dove stare: o si sta di qua o si sta di là. Visto che lei è una persona appassionata di politica dovrà scegliere se stare con il Partito democratico o stare con FdI e la Lega. Questa è l’alternativa». A questo punto l’ex parlamentare M5S va in crisi perché la domanda non solo è pertinente am è centrata. Il M5S è stato ed è un movimento populista di stampo peronista che può assumere qualsiasi forma, un po’ come l’acqua.

Qualcuno dice con un pizzico di malizia che una spiegazione di questo sia il noto motto dei tempi antichi: “Franza o Spagna basta che se magna”, ma ridurre a questo il patrimonio ideale ed intellettuale di Beppe Grillo e di Danilo Toninelli sarebbe ingiusto, ma qualche volta sembra che ci sia un “eccesso di adattabilità”, per dirla con un eufemismo. Questa contraddizione è stata del tutto evidente nella scorsa legislatura quando il Movimento ha recitato, come in una commedia di Pirandello, “Uno, nessuno e centomila” tre ruoli opposti:

di destra nel governo giallo – verde, di sinistra nel governo giallo – rosso ed infine di centro nel governo Draghi, prima che Conte lo facesse cadere aprendo la strada alla vittoria della destra. Ma l’attuale dibattito sui social riguarda una notizia di poco tempo fa e cioè il debutto dell’associazione rigorosamente culturale “Schierarsi”. Ne ho parlato qui Ebbene di tale associazione non si è saputo più nulla ma almeno ha avuto il merito di stimolare la discussione con i fan delusi. “Tutto qui?”, “Ed allora?”, “Che ce famo?” i commenti più indulgenti.

Ed in effetti il comportamento di Di Battista è stato ambiguo ed ondulatorio: poteva ritornare in Parlamento ma Conte alla fine non l’ha voluto e così ha lanciato l’idea naif di fare politica dall’esterno, tramite l’associazionismo culturale. Tuttavia, dopo l’eclissi di Virginia Raggi, punita duramente dai romani che l’hanno relegata all’ultimo posto alle scorse comunali, l’ex deputato romano è sicuramente intenzionato a farsi sotto proprio partendo dal suo bacino di utenza in cui è più forte e cioè il Lazio e in particolare Roma. Ma con le associazioni scout si va poco lontano e prima o poi Di Battista si dovrà decidere a rispondere alla fatidica domanda: “Da che parte stai?”.

Tags:
di battista bonaccini