Diritti, il Parlamento Ue condanna l’Italia. “Stop alla retorica anti-Lgbt+"

Arriva la condanna del Parlamento per l'Uganda, l'Ungheria, la Polonia e l'Italia

redazione politica
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Il Parlamento europeo striglia l'Italia sulla gestione dei diritti Lgbt 

Il Parlamento europeo ha colto al balzo la notizia della nuova legge approvata in Uganda - che prevede pene molto pesanti per le persone omosessuali – e ha legiferato su questa risoluzione, per impedire la stigmatizzazione di questa comunità marginalizzata, ma non solo in Uganda. Nell’emendamento in questione infatti, viene condannato l'uso della "retorica" contro la comunità Lgbt in Ungheria, Polonia e sì, anche in Italia.

Nello specifico, il Parlamento, si legge nel testo approvato "esprime preoccupazione per gli attuali movimenti retorici anti-diritti, anti-gender e anti-Lgbtiq a livello globale, alimentati da alcuni leader politici e religiosi in tutto il mondo, anche nell'Ue; ritiene che tali movimenti ostacolino notevolmente gli sforzi volti a conseguire la depenalizzazione universale dell'omosessualità e dell'identità transgender, in quanto legittimano la retorica secondo cui le persone Lgbt sono un'ideologia anziché esseri umani.

Pertanto – prosegue il documento -  condanna fermamente la diffusione di tale retorica da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell'Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia". La menzione dell'Italia è passata a maggioranza, con 282 sì, 235 no, 10 astenuti; insomma, la linea dura portata avanti dall’Unione europea contro il Bel Paese è chiara e compatta.

Il deputato dem Zan: "Il Pd è e sarà in prima linea, fuori e dentro il Parlamento, per fermare questa pericolosa deriva”

Dopo la notizia non sono tardate le parole di speranza e fiducia di Alessandro Zan, divenuto simbolo della battaglia di civiltà portata avanti dalla comunità Lgbt grazia al celebre ddl, poi “affossato” dal governo. Il deputato veneto ha espresso la posizione dell’opposizione, in qualità di responsabile Diritti della segreteria nazionale del Pd: "Per la prima volta oggi il Parlamento Europeo ha esplicitamente condannato il governo italiano, insieme a quello dell'Ungheria di Orban e della Polonia di Duda, per la diffusione di una retorica e il sostegno a movimenti contro i Diritti della comunità Lgbtqia+.

Zan ha poi rincarato la dose, scagliandosi contro la linea della maggioranza: “Questa destra ci sta trascinando rovinosamente tra i Paesi più arretrati d'Europa e che l'Unione Europea già associa l'Italia ai paesi Visegrad. È l'ennesima umiliazione per l'Italia, stato fondatore dell'Unione: il governo Meloni sta attaccando le famiglie omogenitoriali, in palese accordo con Orban, che ha appena fatto approvare in Ungheria una legge per denunciare anonimamente le famiglie arcobaleno, una norma che ricorda a tutti gli effetti le leggi razziali”. Il da farsi per il Pd è molto chiaro, intende spendersi in prima linea per “tutelare i principi di uguaglianza imposti dalla Costituzione e dai principi fondamentali su cui si basa l'Unione Europea", conclude Alessandro Zan, deputato e responsabile Diritti della Segreteria nazionale del Pd.

L’attacco di Zan a Piantedosi: “Avete un atteggiamento vigliacco. Di questi bambini non vi importa nulla”

Solo ieri , durante il question time alla Camera, Zan si era rivolto al ministro Piantedosi con parole di forte biasimo:  “Le sue parole non ci soddisfano, anzi aumentano la nostra preoccupazione. Lei conferma che questo governo non ha alcuna intenzione di dare tutela e riconoscimento a tutte le famiglie, aumentando discriminazione e disparità di trattamento degne dell’Ungheria del vostro alleato Orban e facendo vergognare il Paese davanti all’Ue, che chiede piena uguaglianza, di cui l’Italia è membro fondatore”. E aggiunge: “La freddezza e la precisione con cui avete preparato questo attacco alle famiglie omogenitoriali fa il pari con l’atteggiamento vigliacco che continuate a mantenere. Infatti, il suo riferimento alla sentenza della Cassazione, che rimanda all’adozione per casi speciali, mostra la vostra malafede: sapete bene che è procedimento lungo, oneroso, incerto, che impone l’affiancamento con i servizi sociali in famiglie che già esistono e sono consolidate.

L’obiettivo dell'attuale governo, secondo il deputato pd, sarebbe solo “discriminare le coppie dello stesso sesso attraverso i loro figli e utilizzate la gestazione per altri come arma di distrazione di massa. Vi riempite la bocca di parole a difesa della famiglia, ma la verità è che di questi bambini non vi importa nulla. Siete dalla parte sbagliata della storia, del buon senso, della civiltà e, soprattutto, contro la Costituzione”.


La replica della Lega: “Noi come l’Uganda? Follia”.

La destra ha provato a dire la sua per difendersi sia dalle accuse del partito democratico , commentando sconcertata l’emendamento del Parlamento Ue: “Al solo fine di attaccare gli avversari politici e di perseguire la propria agenda ideologica, la sinistra al Parlamento Europeo ancora una volta torna a banalizzare una tematica importante come i diritti arrivando persino a paragonare l’Italia a una autocrazia che impedisce le minime libertà democratiche come l’Uganda. Follia”, sii legge nella nota degli europarlamentari della Lega Marco Campomenosi (capo delegazione) e Marco Zanni (presidente gruppo Id). Poi la Lega sferra la zampata contro il centro-sinistra: “Che il Pd e i loro alleati europei giungano a sostenere tesi simili è la conferma di quanto questa sinistra abbia perso ogni contatto con la realtà. Questa deriva ideologica mina seriamente la credibilità, già molto fragile, delle istituzioni europee: non possiamo condividere assurdità di questo genere”.

 

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