Iv, Renzi: "Borghi non sarà l'ultimo". Pd: "Via dal Copasir". Lui: "No, resto"

Spiazzati i Dem, esulta l'ex premier

di Redazione
Politica

Fa discutere l'addio al Pd del senatore Enrico Borghi


Matteo Renzi esprime massima soddisfazione per il nuovo acquisto di Italia viva. Il senatore Enrico Borghi ha deciso di lasciare il Pd di Elly Schlein perché "è diventato la casa di una sinistra massimalista figlia della cancel culture americana che non fa sintesi e non dialoga". Il leader di Iv dà il benvenuto al senatore sulla sua enews e gioisce per il suo partito: "Continua a crescere, non solo nel numero dei tesserati. Cresce Italia Viva soprattutto politicamente".

Gli effetti dell'addio di Enrico Borghi al Pd di Elly Schlein non si contano solo sulla politica, ma anche sui numeri. Con l'arrivo in Italia Viva del senatore ex-dem infatti, i renziani raggiungono la quota necessaria al Senato per costituire un gruppo parlamentare: il minimo è 6 senatori. Un gruppo autonomo, insomma, senza Azione.

"Ci conosciamo da tempo e lo stimo. Sono felice che le nostre strade tornino a incrociarsi oggi. Il progetto riformista cresce. Ed è un progetto che serve all'Italia. Dopo la brutta settimana della rottura del progetto partito unico, infatti, quasi tutti gli esponenti del mondo riformista stanno rilanciando dichiarazioni positive sulla necessità di costruire una lista/coalizione/federazione/soggetto politico che rappresenti Renew Europe in Italia. Se abbiamo a cuore l'ideale di un polo europeo alternativo a sovranisti e populisti non possiamo perdere questa occasione - aggiunge Renzi - E noi faremo di tutto per lavorare insieme agli altri con coraggio e umiltà". Per il leader di Italia viva "questo approccio riscuote interesse. In tutta Italia si stanno iscrivendo a Italia Viva cittadini, consiglieri comunali, dirigenti di altri partiti, amministratori. Oggi ci ha raggiunto il senatore Enrico Borghi che ha annnunciato la sua adesione a IV dalle colonne di Repubblica. La sua intervista è molto bella e merita di essere letta nella sua interezza. È infatti una intervista che parla di politica, che spiega il senso di una scelta partendo dalla politica, che rappresenta un inno alla politica", conclude.

Spiazzato il Pd, Marianna Madia: "Mi dispiace molto che Enrico Borghi, collega che stimo per competenza capacità e valori, abbia lasciato il Pd. Penso (ancora) che la voce e lo spazio dobbiamo avere la forza di trovarli nella comunità democratica. Dipende da noi", scrive su Twitter.

A seguire interviene il lettiano Marco Meloni che definisce la decisione di Borghi "un gesto di gravità inaudita. Quel che afferma sulla segreteria del Pd somiglia in modo inquietante alla caricatura che ne fanno gli ambienti di destra e non ha alcuna corrispondenza con la realtà dei fatti. Poi, Borghi viene meno, al contempo, all'impegno assunto appena pochi mesi fa coi nostri elettori alle elezioni politiche, con gli elettori che hanno votato alle primarie del Partito democratico e con tutta la comunità democratica", dichiara il senatore dem, già coordinatore nazionale della segreteria del partito tra il 2021 e il 2023. "Non saranno gesti isolati come questo a frenare il percorso di crescita e cambiamento che fa del Pd, in una logica di apertura e pluralismo, il perno di una coalizione di centrosinistra progressista e riformista capace di contrastare e battere l'estrema destra attualmente al governo", aggiunge Marco Meloni.

Stupita per la decisione di Borghi, anche Alessia Morani: "Trovo che le ragioni dell'addio del 'neo ulivistà Borghi siano poco comprensibili dette da lui. Le politiche che sarebbero all'origine del suo addio e proposte dalla nuova segretaria Schlein erano per lo più condivise dalla segreteria Letta di cui faceva parte Borghi stesso", scrive l'esponente del Pd sui social network.

"Sono amareggiato sul piano personale e deluso sul piano politico. Ho appreso della decisione di Enrico Borghi leggendo la prima rassegna stampa stanotte. Ovviamente oggi gli ho parlato e chiesto formalmente di lasciare il Copasir, perché in organismi come quello ci si sta in rappresentanza di un partito e non a titolo personale". Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.

Ma l'interessato non ha nessuna intenzione di lasciare il comitato parlamentare. "Sul Copasir ripeto quello che ho già detto. - ribadisce Borghi nella conferenza stampa a Palazzo Madama insieme al leader Iv Renzi e alla capogruppo di Azione-Iv al Senato - Ci sono delle prassi parlamentari che regolano questa vicenda e sono molto precise e puntuali".

Tags:
renzi borghi