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L'avvocato del cuore
Separazione e conto corrente cointestato: come gestire i risparmi rimanenti

Gentile Avvocato, mi chiamo Roberta e ho bisogno del suo aiuto. Mi sto separando da mio marito dopo quasi trent’anni di matrimonio. Purtroppo però, non riusciamo a raggiungere l’accordo in merito al conto corrente cointestato che, per molti anni, abbiamo utilizzato per le spese della famiglia. Mio marito, infatti, pretende di trattenere il 100% delle somme rimanenti. Come devo comportarmi?

Se da un lato, la scelta dei coniugi di aprire un conto corrente cointestato da utilizzare per la gestione economica della famiglia, è sicuramente la soluzione più pratica, dall’altro, molto spesso, questa decisione è motivo di contrasti quando ci si separa. Per capire che fine faranno i soldi depositati, la prima cosa da considerare è il tipo di regime patrimoniale scelto dai coniugi.

Il discorso, infatti, cambia radicalmente a seconda che i coniugi optino per la comunione o per la separazione dei beni. Nel primo caso, la soluzione è molto semplice poiché il residuo del conto corrente viene diviso in parti uguali tra i coniugi. Così come i debiti (anche questi divisi al 50%) e, oltretutto, le rimanenze dei conti correnti personali: tutti i soldi accreditati sui conti correnti personali, infatti, devono essere divisi quando la coppia è in regime di comunione dei beni.

Se, invece, i coniugi hanno optato per la separazione dei beni (tutto ciò che viene acquistato dal coniuge, prima e dopo il matrimonio, rimane di propria proprietà) il discorso è sicuramente più complesso. I conti personali non vengono toccati; ciascuno dei coniugi continua a essere titolare del proprio denaro, anche dopo la separazione. I conti cointestati, invece, si presumono (per legge) appartenenti a entrambi i coniugi.

Presunzione che, tuttavia, può essere superata quando uno dei coniugi dimostri, per esempio, che il conto è stato alimentato principalmente o esclusivamente dal proprio lavoro. In questo caso, quindi, a differenza della coppia in comunione dei beni, se uno dei coniugi riesce a provare che il conto corrente è stato alimentato in modo esclusivo con il versamento del proprio stipendio, o con il denaro proveniente da un’eredità, quest’ultimo potrà rivendicare la proprietà integrale delle somme.

E se i coniugi non riescono a raggiungere un punto d’incontro? In caso di disaccordo, la dimostrazione della proprietà esclusiva del denaro presente nel conto corrente cointestato deve essere fornita al giudice. Nelle more del procedimento, inoltre, se ci dovesse essere il pericolo che il coniuge cointestatario prelevi indebitamente delle somme di denaro dal conto corrente comune, l’altro coniuge potrebbe chiedere al giudice il sequestro del conto stesso. Se poi, durante il matrimonio, uno dei coniugi ha prelevato più della metà del denaro dal conto cointestato, all’atto della separazione dovrà restituire all’ex le somme prelevate, a meno che dimostri di avere speso i soldi per la famiglia.

Quindi, cara Roberta, se Suo marito pretende di trattenere tutte le somme giacenti sul Vostro conto corrente cointestato, dovrà dimostrare che durante gli anni di matrimonio è sempre stato lui ad alimentare il conto stesso. In caso contrario, i soldi rimanenti dovranno essere divisi equamente tra Voi, indipendentemente dal fatto che siate in regime di comunione o di separazione dei beni.

 

*Studio Legale Bernardini de Pace

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