Il folle potere di Putin, ex agente del KGB, miliardario e antioccidentale - Affaritaliani.it

Lo sguardo libero

Il folle potere di Putin, ex agente del KGB, miliardario e antioccidentale

L'OPINIONE di Ernesto Vergani

La democrazia occidentale sia consapevole di essere la civiltà con la c maiuscola contro l’autocrazia russa

Il capo del Cremlino rappresenta una forma e declinazione del potere che ha il comunismo nel DNA

Vladimir Putin ha riconosciuto le repubbliche indipendentiste del Donbass e ordinato al suo esercito di entrare in Ucraina. Evidenti i rischi della guerra, come le conseguenze economiche, con le Borse in calo, il prezzo del gas e del petrolio che sale, le sanzioni economiche.

Ci voleva Vladimir Putin, una forma e declinazione di potere – che dà alla testa – e col comunismo nel DNA, per portare a un passo da una guerra dagli sviluppi imprevedibili nel mondo, già tramortito prima dalla crisi finanziaria del 2008, poi dall’epidemia da Covid-19, iniziata nel dicembre 2019 a Wuhan.

Putin, ex agente del KGB, i servizi segreti dell’URSS, un patrimonio di 200 miliardi di dollari (come riportato da fonti autorevoli, si vada su Google), è al potere, tra una riforma costituzionale e l’altra, dal 1999 e vi potrà rimanere fino al 2036, quando avrà 84 anni. Trentasette anni di regime autocratico.

Tutto nasce dal disumano errore di Carl Marx: il comunismo e il suo primo principio, l'abolizione della proprietà privata. Il che ha portato si stima a quasi cento milioni di vittime del comunismo, regimi basati sulla privazione dei diritti e della libertà, sui privilegi della nomenclatura e sulla delazione tra le persone. Una delle conseguenze di quell’idea è l’URSS diventata la Federazione Russa dell’antioccidentale Putin (“Noi siamo diversi dall’Occidente” ha detto) e degli oligarchi miliardari che possiedono le squadre di calcio del campionato inglese.

Altro esito è la Cina al cui comando c’è l’uomo più potente del mondo, Xi Jinping, capo – se lo vorrà a vita – dello Stato, segretario del partito unico comunista e al comando dell’esercito. In Cina il comunismo ha avuto una declinazione ancora più paradossale: non solo ci sono gli uomini tra i più ricchi del mondo, ma i giovani cinesi hanno subito un lavaggio del cervello tale che numerosi circolano in ogni angolo del pianeta senza porsi minimamente il problema della libertà e dei diritti. Altri dittatori originati dal comunismo, che navigano più semplicemente nell’oro mentre il popolo non ha i soldi per comprare una caramella ai propri figli, sono Kim Jong-un in Corea del Nord, i Castro a Cuba, Daniel Ortega e la moglie, la vicepresidente Rosario Murillo, in Nicaragua, Nicolás Maduro in Venezuela. Da non dimenticare Alexander Lukashenko, che ama farsi chiamare dal popolo il babbo, al potere in Bielorussia dal 1994 - 28 anni ininterrotti – e che tutti hanno visto con Putin mentre osservavano seriosi su uno schermo le prove militari al confine dell’Ucraina.

La responsabilità è anche dei Paesi occidentali, che non sono abbastanza consapevoli del fatto che la nostra civiltà democratica è quella con la c maiuscola (ovvio necessita di notevoli correzioni viste le disparità gigantesche in termini di distribuzione della ricchezza) non solo nei confronti dell’Islam, ma anche del comunismo e delle autocrazie da esso derivate e che, come tale, consente compromessi, ma solo fino a un certo punto. Tuttavia, anche russi e cinesi un giorno godranno della democrazia, perché nessun popolo ne è indegno.