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Rocca sbrocca
Coronavirus, a Roma prudenza esplicita. Ma disdette negli hotel per molti mesi

Se al Nord Italia l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus sta creando forti disagi e preoccupazione tra i cittadini per i decessi e l’isolamento forzato, Roma regge ma non senza apprensione.

Da parte mia, avevo intuito che la situazione sarebbe stata più grave del previsto, quando a metà gennaio, mentre in Italia ancora non erano state prese rigide misure di sicurezza, tornata dagli Stati Uniti in aeroporto, per puro caso, ho assistito all’ordine ricevuto da una circolare che girava presso gli addetti al check-in: controllare i passaporti e respingere qualsiasi passeggero che avesse destinazione Stati Uniti e che risultasse essere stato in Cina negli ultimi quindici giorni.

Il mio istinto di conservazione mi ha fatto pensare: “Qui è più grave di quel che si vede.  Ci stanno nascondendo qualcosa che ancora non si conosce.”  Ho comprato subito mascherine professionali e guanti per tutta la mia famiglia che ho distribuito ai miei collaboratori. E’ passato più di un mese e l’evoluzione della situazione ha chiarito alcuni aspetti che in quel momento mi hanno fatto pensare al peggio.

Ma entro subito nel vivo nella realtà di Roma di questi giorni. Rispetto al focolaio espIoso inaspettatamente in provincia di Milano, proprio nel momento in cui si pensava che l’Italia fosse sotto controllo, i cittadini romani stanno vivendo le notizie e le informazioni che arrivano ogni giorno con molta attenzione, senza esserne così direttamente coinvolti ma con l’idea di poterlo esserlo a breve.

In sintesi, non c’è panico o psicosi ma si percepisce una prudenza esplicita in alcuni ambienti. Dall’aeroporto quasi deserto, alle testimonianze che vedono soprattutto nel centro di Roma e in zona Parioli e Prati i supermercati presi d’assalto per i beni di prima necessità senza che ci sia un vero allarme. Su questo fatto è importante intervenire con rifornimenti continui nei supermercati perché altrimenti si potrebbe alimentare un effetto di psicosi collettiva ingiustificata.

Dal punto di vista lavorativo c’è un po' un clima surreale sembra il periodo quando le ferie natalizie sono imminenti e non è facile lavorare in questo contesto.  Per la città circola molta meno gente del solito, ogni tanto si vede qualche persona che indossa una mascherina più che altro per precauzione ma non per necessità effettiva.

Si registrano molte disdette negli hotel anche nel lungo periodo e per parecchi mesi a venire da parte dei turisti stranieri e questo è un grosso danno. Matrimoni, eventi, musei, anteprime cinematografiche, tutto rimandato per sicurezza. In realtà, a Roma il sistema dell’efficienza dei tamponi per rilevare il virus non ha avuto complicazioni come in altre parti d’Italia. Tale efficacia sanitaria e la presenza dell’eccellenza dello Spallanzani l’Istituto Nazionale delle Malattie Infettive, danno ai romani quella sicurezza in più di essere più al sicuro nei confronti della trasmissione del contagio.

Ben vengano, in quest’ottica le misure del sindaco di Roma di igienizzare i mezzi pubblici, rimandare i concorsi e le gite scolastiche. Fondamentale, però, è fornire continuamente le scuole e tutti i posti pubblici di sapone per lavarsi le mani, che forse è la cosa più utile di tutte.

 Aggiungerei che su Roma sarebbe utile aprire i varchi delle zone a traffico limitato almeno per le prossime due settimane e consentire di muoversi in autonomia con la propria automobile.  Purtroppo, la percezione che viene data all’estero non è delle migliori e non aiuta ma, a mio avviso, la realtà è e ben diversa.

 L’Italia è un Paese affidabile e se l’emergenza è così in vista è anche perché un super controllo serve a circoscrivere il problema e a limitare i danni. Dai dati divulgati, per esempio, sembra che in Italia siano stati effettuati ottomila tamponi contro gli ottocento in Francia. Inoltre, solo da ieri sono stati attivati all’aeroporto di Londra i controlli sulla provenienza dei passeggeri che arrivano dall’estero. Ad oggi, la prudenza è più che opportuna ma bisogna essere ottimisti per le settimane a venire.

Da quello che si è capito il Coronavirus è pericoloso per le persone anziane e per coloro che già presentano un quadro clinico.  Su questo, tutti noi possiamo contribuire attivamente cercando di far esporre il meno possibile i nostri familiari a rischio e salvaguardare, pertanto, quelli che sono i soggetti più deboli.

 

 

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