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Coronavirus
Omicron, prima di allarmare il mondo occorre conoscere
Angelique Coetzee

Due anni di paura di tensione; di morti, lockdown e di disastri, e ancora non abbiamo imparato niente: prima di allarmare il mondo su un'altra grave minaccia mortale, prima di far suonare di nuovo la sirena dei bombardamenti, bisogna sapere, almeno, di che cosa si parla e soprattutto di che cosa si tratta.

Omicron è la nuova variante individuata in Africa e con cui ogni TG, ogni giornale, ogni newsletter, apre in questi giorni con titoli inquietanti e spaventosi a caratteri cubitali: "allarme mondiale, nuova pericolosa minaccia, la variante a 32 mutazioni", si salvi chi può insomma.

Poi si cerca di capire di cosa si sta parlando e come al solito si scopre l'esatto contrario, almeno per il momento e sulla scorta degli elementi certi e reali che si hanno in questo momento: di Omicron non solo non ne sappiamo niente, non solo sembra essere tutt'altro che pericolosa, ma non si capisce perchè, nonostante questo, venga immediatamente, e comunque, classificata subito dall'OMS come: "pericolosa e preoccupante".

In Italia l'unico caso per ora riscontato di Omicron è quello del Dirigente di una multinazionale che dopo aver fatto rientro dall'Africa ha scoperto di essere positivo alla nuova variante. Non ha sintomi, sta bene, è in quarantena a casa sua con la famiglia in "vigile attesa", e addirittura dicono che a giorni potrebbe risultare negativo. Il dirigente era vaccinato con due dosi, e tutti quelli ha incontrato, prima di sapere della sua positività, pare che non siano nemmeno rimasti contagiati. Il punto è proprio questo: perché allora bisogna dire che è altamente contagiosa, altamente pericolosa, se l'unico caso riscontrato in Italia risulterebbe esssere esattamente il contrario? Che senso hanno quei titoli di giornale e si TG spaventosi?

Da quel pochissimo che ne sappiamo sembra proprio che Omicron potrebbe (e qui i condizionali diventano obbligatori), addirittura essere innocua e per niente peggiore delle altre varianti note. Ma non si tratterebbe solo di una sensazione, o di una affrettata dichiarazione, perchè la notizia vera, quella che dovrebbe invece avere più peso e risalto di tutte le altre, e quindi fare sfumare tutti i titoli strillati e privi di qualsiasi fondamento, è quella diffusa dalla dottoressa Angelique Coetzee, Presidente dell'Ordine dei Medici del Sudafrica, che è la scopritrice in persona della variante Omicron, e che in una intervista ha dichiarato: "non capisco il panico, l'allarme su Omicron è eccessivo, ed è una reazione mondiale spropositata. I sintomi di tutti i contagiati sono lievi, e fino ad ora i pazienti, tutti, nessuno escluso, sono guariti senza farmaci o complicazioni, e nessuno di loro è stato ricoverato e non c'è stato bisogno dell'ossigeno. Questa assurda reazione del Mondo intero non ha alcun senso".

Viene da chiedersi allora perchè, e a cosa serva, alimentare un panico mondiale su qualcosa che ancora non si conosce, e che per quel poco che si sa, tutto sarebbe meno che allarmante. La pagina che ha pubblicato l'OMS sul sito ufficiale, sembra il "cha-cha-cha" della contraddizione: "non è ancora chiaro se l'Omicron sia più trasmissibile. Non è ancora chiaro se l'infezione da Omicron causi una malattia più grave rispetto alle infezioni con altre varianti". Ma l'unica cosa chiara è la chiosa tenebrosa del comunicato dell'OMS: "Omicron è stato designato come Variante di preoccupazione".

Ma perchè? Non è ancora chiaro niente, e perchè l'unica chiarezza deve essere quella che il Mondo debba preoccuparsi lo stesso? Non sono stati forse abbastanza 700 giorni di destabilizzazione planetaria, di crisi psicologiche, di ansie, di tormenti, di dolore? Se non è ancora chiaro niente, bisogna aspettare prima di dire al Pianeta di preoccuparsi, perchè per preoccuparci siamo ormai, purtroppo, tutti quanti più che pronti e più che tristemente abituati e rassegnati.

La corsa ai vaccini è giusta, sacrosanta, e da supportare e motivare con ogni mezzo, e da invogliare in ogni modo, e siamo tutti d'accordissimo: ma non così. Perchè così si perde credibilità, e si alimentano reazioni avverse, specialmente per chi pensa e si fa domande corrette; specialmente per chi è già dubbioso e specialmente, purtroppo, per quell'esercito di no-tutto che non cerca altro che cose del genere per scatenare una ridda di post e di fake e di disordini a livello mondiale.

Ma ormai da due giorni il "Festival delle contraddizioni" è iniziato, e quello parallelo dei paradossi anche, e come miglior tradizione obbliga: "che vinca il migliore", come sempre. Ma a questo giro probabilmente non vincerà proprio nessuno, perchè con il Covid stiamo invece perdendo tutti quanti qualcosa, uno a uno stiamo perdendo tutti. Chi la salute, chi la vita, chi il lavoro, chi la faccia e chi la credibilità.

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