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Coronavirus: la crisi economica sarà più dura per millennials e generazione Z

L’emergenza sanitaria in corso sarà causa di una futura crisi economica i cui primi effetti si vedono già adesso, soprattutto tra i più giovani. Millenials e centennials sono i meno preoccupati dall'emergenza sanitaria, e sono quelli più attivi nel curare il proprio benessere psicofisico in quarantena, ma è su di loro che ricadranno i danni maggiori della crisi economica. 

Il comunicato stampa di Kantar

Centennials (18-24 anni) e Millennials (25-34 anni) stanno subendo in questi giorni l’impatto della pandemia COVID in modo più severo rispetto alle altre generazioni. È quanto emerge dalla terza wave del Kantar Covid-19 Barometer, lo studio globale che analizza come il Coronavirus stia modificando le attitudini degli individui, i loro comportamenti e le attese in più di 50 Paesi.

Nonostante i livelli medi di preoccupazione fra queste generazioni siano più bassi rispetto alla media, la pandemia sembra avere un impatto decisamente più serio su Millennial e Centennial – il 35% dei 18-24enni ed il 37% dei 25-34enni dice di essere seriamente preoccupato per la situazione mentre si arriva al 41% per la media della popolazione

Più di metà dei Millennials (52%) ed il 49% dei Centennials dice di avere già avuto conseguenze sul proprio reddito ed un ulteriore 26% nella fascia d’età 18-34 anni si aspetta di averne in futuro – più di ogni altra generazione.

I giovani adulti stanno cercando di affrontare la situazione facendo affidamento su meccanismi diversi per gestire il benessere psico-fisico

  • Le interazioni sociali sono state le più difficili da abbandonare per il 41% di Millennials e Centennials, seguite dal “perdere la libertà” e “lasciare casa”  

Rispetto alle altre generazioni, i 18-34 enni si sono attivati maggiormente per mantenere il proprio benessere psico-fisico anche in quarantena, modificando le proprie abitudini, dormendo di più e facendo esercizio: Il 53% dei Centennials e il 48% Millennials fa più esercizio (vs 43% media generale)Il 53% dei Centennials e il 45% Millennials dorme di più (vs 41% media generale)Il 23% dei Centennials e il 22% Millennials fa meditazione più del resto della popolazione (vs 18% media generale) I Millennials in particolare scelgono anche di evitare gli alcoolici (26% vs 21% overall Il 18% dei Centennials ed il 20% dei Millennials evita le news (vs 17% media generale).

Queste due generazioni stanno anche valorizzando la situazione e si attivano per imparare cose nuove: il 40% dei Centennials ed il 38% dei Millennials dicono di focalizzarsi sul proprio sviluppo personale rispetto ad una media globale del 29%.Il 57% dei Centennials ed il 63% dei Millennials provano nuove ricette in cucina (vs il 51% media generale). Le differenze relative alle modalità diverse che Centennials e Millennials hanno di gestire la situazione sono indicative delle diverse preoccupazioni.

Mentre i 18-24enni sembrano cercare modi ed attività per tenersi occupati, i 25-34enni sembrano più focalizzati sulle attività che riducano lo stress, dal momento che sentono maggiormente il peso delle preoccupazioni finanziarie legate alla pandemia in modo ancor più forte della loro controparte più giovane. Fruizioni Media in casa ed Online in generale sono cresciute in modo significativo durante il lockdown, soprattutto fra le audience più giovani.

L’Online Video ha visto l’aumento più elevato, con il 72% dei Centennials e il 69% dei Millennials che affermano di guardarli di più (vs 52% media generale). Anche l’utilizzo dei Social media è in aumento, con più di due terzi dei 18-34 enni (68%) che passano più tempo sui canali Social. Il 50% dei Centennials ed il 46% Millennials dichiarano che le aziende dovrebbero fare donazioni per supportare l’acquisto di mascherine e disinfettanti per gli ospedali (vs 44% media generale).

Il 39% dei Centennials ed il 33% dei Millennials crede che le aziende debbano fare donazioni a supporto della ricerca scientifica (vs 32% media generale).il 22% dei Centennials ed il 23% dei Millennials pensa che le marche dovrebbero essere d’esempio e giuda per il cambiamento (vs 18% media generale).

In linea con la popolazione generale, solo il 6% dei Millennials e dei Centennials crede che le marche debbano smettere di fare pubblicità.

L’utilizzo dell’umorismo in pubblicità nel contesto attuale invece polarizza la popolazione sul tema: il 38% degli individui crede sia inappropriato in questa situazione, anche se il 24% degli intervistati non è d’accordo. Ma rispetto alle generazioni più adulte, i 18-34enni sono poco più resistenti all’utilizzo dello humor in tempi di crisi come quelli attuali, con il 41% dei Centennials ed il 39% dei Millennials che affermano che lo humor non dovrebbe essere utilizzato

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