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Costume
Eleonora Daniele e i suoi complessi: "Mi prendevano in giro per il mio corpo"

Eleonora Daniele: "Da piccola avevo la sindrome del brutto anatroccolo. Mi dicevano che ero troppo magra"

Eleonora Daniele, uno dei volti più noti della Rai, si racconta in un lunga intervista sul Corriere.it partendo dalla propria infanzia e in particolare la casa in cui era inizialmente cresciuta e che ha dovuto lasciare a causa del fratello autistico. "Le famiglie che conoscono la disabilità devono fare fronte a grandi difficoltà, anche economiche: - afferma la Daniele - mio padre non aveva avuto scelta, ma ha molto accusato questa decisione. La sensazione per tutti è stata quella di vedersi portare via le radici. Ma serviva anche un posto comodo, più vicino al centro, dove mio fratello potesse essere seguito meglio. Era l’unica decisione da prendere".

Eleonora Daniele e gli inizi: "Lavoravo in banca poi è arrivato il Grande Fratello"

Elonora Daniele poi ricorda il suo esordio nel mondo dello spettacolo:  "Lavoravo in banca ma ogni tanto mi chiamavano degli show room del posto, per fare l’indossatrice. Poi, un’emittente locale mi scelse per fare delle interviste in video. Del tipo: c’è Renato Balestra che fa l’ospite in un locale, vai a intervistarlo. Avevo un accento veneto che poi, molto tempo dopo, ho tolto solo dopo cinque anni di dizione. Ma mi pagavano un sacco, almeno in proporzione, cioè rispetto a quello che prendevo in quegli anni".

La svolta arriva però il Grande Fratello: "Prima avevo lavorato come comparsa a La sai l’ultima? con Gigi Sabani e Natalia Estrada, ma ancora credevo fossero esperienze momentanee: continuavo a lavorare in banca. C’era una mia collega che seguiva il Grande Fratello accanitamente e ricordo che pensavo fosse pazza per appassionarsi a quel programma. Non capivo il fenomeno. Poco tempo dopo mi sono presentata comunque ai provini".

Eleonora Daniele: "Dicevano che ero troppo magra"

Per Eleonora Daniele la bellezza non è stata un qualcosa di cui vantarsi ma anzi, afferma, "Sono cresciuta con la sindrome del brutto anatroccolo". "Venivo spesso presa in giro per il mio corpo. - continua - Ero molto magra, a volte mi mettevo addirittura due paia di pantaloni per sembrare più grassa: una tuta nera sotto i jeans per avere qualche forma in più. Poi mi coprivo le braccia, magrissime. Insomma, mi vergognavo. Non bastasse, anche che i ragazzi mi chiamavano Olivia o 'alicetta'... mi dicevano che le mie sorelle, che hanno dieci anni più di me, erano belle e io no. Insomma, davvero, sono stata considerata per anni come una delle più bruttine della scuola".

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