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Cronache
Bologna, torre Garisenda in pericolo: il problema è il vento... e un dirigente

Il retroscena inedito sulla vicenda della torre di Bologna che preoccupa gli abitanti per il rischio crolli.  Tra le fila degli uomini del Comune di non regna il buon umore

C'è qualcosa che non ti aspetti nella vicenda delle torri di Bologna: la rilevazione che la Garisenda trema impropriamente, la torre pendente, è diventata pubblica inizialmente solo grazie a uno spiffero. Infatti gli insoliti scricchiolii che sono stati rilevati dagli strumenti che ne monitorano le vibrazioni da anni inizialmente non dovevano trapelare, anche per non creare quell’effetto domino che si è poi riversato sui media rimbalzando ovunque. Un dirigente del Comune di Bologna però non se la sarebbe sentita di procedere seguendo il dettato classico e la storia è diventata di dominio pubblico.

La Garisenda ha un angolo di pendenza di 4° e vince quella della più famosa Torre di Pisa (attualmente 3,97°). Costruita intorno al 1109, la torre penderebbe dalla sua fondazione, o almeno come la vediamo noi almeno dal 1200. Nel 1353 venne mozzata di 12 metri proprio per motivi di sicurezza. Ma le fondamenta, da sole, non sarebbero l’unico problema degli scricchioli o quello che emerge oggi.

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Per una parte dei dirigenti del Comune la questione è molto grave e da anni di difficile soluzione, per la concomitanza di varie questioni: terreno paludoso, la selenite alla base della torre che si sarebbe polverizzata nel tempo e il vento, soprattutto il vento. Sarebbe quest’ultimo a creare il danno peggiore per l’effetto vela che imprime alla struttura, un blocco unico senza grandi vie di “traspirazione”, anche se il termine è improprio.

Un'altra parte dei dirigenti sostiene invece che il vero pericolo, già conosciuto da tempo, non sarebbe il possibile crollo in blocco della struttura, che ha resistito anche ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale (nei pressi), ma dallo staccarsi di massi importanti per micro oscillazioni determinate dalle raffiche di vento che cadendo potrebbero colpire persone di passaggio nelle strade adiacenti. E’ proprio per questo motivo che il dirigente, che abbiamo citato nelle prime righe, ha di fatto permesso alla notizia di diventare pubblica.

La messa in sicurezza della Garisenda avrà tre fasi: un mese per studiare la struttura e capire a fondo le nuove problematiche, mettere un primo recinto di protezione per evitare la caduta massi, capire l’integrazione del tutto tra base e gabbia di protezione.

Di fianco alla torre, in pieno centro, transitano da sempre autobus e anche mezzi pesanti. L'impatto sulla viabilità e sul trasporto pubblico sarà imponente perché verrano deviate ben 645 corse dei bus nei giorni feriali, anche se i residenti possono ancora transitare. La piazza sotto le due torri resterà chiusa per anni, la torre sarà avvolta in una gabbia metallica

Intanto sul sito del Comune c’è scritto: “Nei prossimi giorni verrà approvato dalla Giunta l’aggiornamento del Piano di Protezione civile e verranno effettuati sopralluoghi da parte della Polizia locale nelle abitazioni in prossimità della Garisenda per verificare le eventuali presenze di persone oltre ai residenti”. E perché? Che connessione esiste tra un masso che può cadere in testa a un passante e il fatto che costui non risieda in zona o non ne abbia titolo? Mistero!

“In questa occasione”, spiega sempre il Comune, “si chiederà anche l’autorizzazione a utilizzare il numero di cellulare degli abitanti della zona da utilizzare in caso di emergenza”. Forse in caso di pericolo di crollo della torre o di pezzi di essa l'amministrazione manderà un sms ai residenti, ma no è ancora chiaro.

Intanto tra le fila degli uomini del Comune di Bologna non regna il buon umore, sia per le continua scelte strampalate del sindaco Matteo Lepore del Pd, vedi la più famosa, limitare in tutta la città la viabilità a 30 all’ora (escluso rare eccezioni), sia per l’assenza di una politica che vada oltre i soliti slogan ideologici.

Affonda il colpo il capogruppo di Fratelli d’Italia Stefano Cavedagna: “Tutti questi amministratori, infatti, non hanno minimamente sorvegliato la situazione della Garisenda e oggi si deve correre ai ripari bloccando il centro storico, snodo fondamentale viario della nostra città. Dopo aver demolito la via Emilia con il folle progetto del Tram, oggi Lepore, che fino ad ora non si capisce cosa abbia fatto, si accanisce con soluzioni emergenziali di cui pagheranno le conseguenze commercianti, residenti, nonché tutta Bologna. Noi di FDI chiediamo da anni risposte sulla Garisenda e ora scopriamo che non solo si è corso un rischio per i cittadini bolognesi fino ad ora, ma la somma dei cantieri di Tram, Passante ed ora Garisenda, avrà un impatto devastante sulla Città”.

Non ha convinto tutti neanche la scelta del Comune di richiamare in servizio l’ex dirigente Raffaela Bruni, in pensione dal 2020, che dopo 36 anni al Comune di Bologna, in parte alla guida come dirigente delle Opere pubbliche e il patrimonio, andrà andrà alla conduzione del comitato per il restauro della Garisenda, dovrà cioè coordinare il lavoro dal punto di vista organizzativo. Ma si vede che il Comune si fida principalmente delle persone che ha sempre avuto vicino, quindi la scelta è stata quasi un automatismo.

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