Allontanato da Francesco per abusi sessuali, è al Conclave come se nulla fosse. Lo strano caso del cardinal Cipriani - Affaritaliani.it

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Allontanato da Francesco per abusi sessuali, è al Conclave come se nulla fosse. Lo strano caso del cardinal Cipriani

Altro che il caso Becciu. Il paradosso all'interno del Vaticano

Di Antonino D’Anna

Sanzionato da Francesco per abusi sessuali, è al Conclave come se nulla fosse. Lo strano caso del cardinal Cipriani

Mica c’è stato solo il caso del cardinale Giovanni Angelo Becciu a fare da stress test sul Conclave: c’è pure un cardinale peruviano non elettore, conservatore, che viene dalle file dell’Opus Dei ed è accusato di pedofilia che però si è presentato lo stesso a Roma per il funerale di Papa Francesco e adesso partecipa serenamente alle Congregazioni generali dei cardinali per la scelta del successore di Jorge Mario Bergoglio.

Si tratta di Juan Luis Cipriani, 81 anni, che nel 2019 era stato colpito da un provvedimento di Francesco perché era stato accusato l’anno prima di aver molestato sessualmente un adolescente. Queste sanzioni, scrive Crux, quotato giornale cattolico yankee, prevedevano che non potesse indossare le insegne cardinalizie, non poteva tornare in Perù senza essere autorizzato, non poteva fare dichiarazioni pubbliche e non poteva partecipare ad un futuro conclave qualora avesse avuto ancora l’età per poterlo fare. Mica chiacchiere.

Da parte sua, Cipriani ha sempre negato le accuse, divenute pubbliche nel gennaio scorso quando il quotidiano spagnolo El Pais ha rivelato che non si trattava della prima volta: un’altra denuncia era stata presentata nel 2002 ma non sembra avesse avuto sito. Da notare che sempre a gennaio di quest’anno il portavoce della Sala stampa vaticana Matteo Bruni aveva confermato le disposizioni bergogliane, sottolineando come al cardinale fosse stato imposto: “Un precetto penale con alcune misure disciplinari che risultano essere ancora in vigore”. Tali provvedimenti erano: “Legati alla sua attività pubblica, luogo di residenza e uso delle insegne cardinalizie” ed erano state “Firmate e accettate” da Cipriani in persona.

Il quale, evidentemente, ha una visione molto elastica del diritto visto che le ha violate più volte volando a Lima per ricevere un premio dal sindaco della città Rafael Lopez Aliaga, rilasciando dichiarazioni pubbliche in cui smentiva le accuse contro di lui, accusando Francesco di un processo senza fondamento e infine chiedendo che i vescovi peruviani rettificassero i comunicati sulle restrizioni al suo ministero.

Infine si è presentato vestito da cardinale per l’esposizione della salma di Francesco il 24 aprile e poi ai Vespri del 27 aprile dopo la tumulazione del Papa a Santa Maria maggiore. Ciliegina sulla torta: lo hanno visto mentre usciva dalla hall dell’aula Paolo VI, dove si tengono le Congregazioni generali del Conclave, insieme agli altri cardinali presenti. Straordinario.

Anzi, diciamola tutta: Cipriani fa parte dell’Opus Dei, la prestigiosa prelatura personale della Chiesa cattolica, e a quanto pare la vittima di abusi che ha scritto a Bergoglio chiedendo (e ottenendo) i provvedimenti del 2019 avrebbe accusato di aver denunciato il cardinale nel 1983 all’Opera ma senza alcun effetto. Questo lo scrive El Pais, e ricordiamo anche che Cipriani, classe 1943, è stato consacrato vescovo nel 1988. Il diretto interessato ha replicato di aver sempre rispettato il silenzio e di non aver mai abusato di nessuno, né prima né dopo il 1983.

E l’Opus Dei che ha detto? SettimanaNews, un giornale online a cui collaborano un gruppo di dehoniani e “alcuni amici”, come si presenta, pubblica la risposta di Padre Ángel Gómez-Hortigüela, vicario dell’Opus Dei in Perù. Eccola qua:

“Negli anni in cui è stato sacerdote incardinato nell’Opus Dei (1977-1988), l’allora don Juan Luis Cipriani ha svolto un’ampia e generosa attività pastorale con migliaia di fedeli, giovani e adulti nel nostro paese, fino a quando è stato nominato vescovo da papa Giovanni Paolo II (1988). Indipendentemente da quanto sopra, e come vicario regionale, chiedo perdono di tutto cuore se non sono stato in grado di accogliere pienamente una persona che desiderava essere ascoltata.

Nel 2018, di fronte alla richiesta di un incontro con il denunciante, sapevo che non potevo interferire in un’accusa formale già avviata presso la Santa Sede, che è la via appropriata quando si tratta di un cardinale. Non avendo competenza giuridica sul caso, quando una persona di fiducia del denunciante mi ha chiesto di incontrarlo, ho reagito pensando che quell’incontro potesse non essere positivo.

Oggi mi rendo conto che avrei potuto offrirgli un’accoglienza personale, umana e spirituale, che so per certo ha ricevuto da altre persone dell’Opus Dei. Preciso, inoltre, che non esiste alcuna traccia di un processo formale durante gli anni in cui, come sacerdote, don Juan Luis Cipriani era incardinato nell’Opus Dei”.

Sul tema ha scritto anche l’Arcivescovo attuale di Lima, cardinale Carlos Castillo, che ha appoggiato la linea dura vaticana e ha aggiunto: “In questi mesi, dopo indagini serie e precise, ci sono persone e istituzioni che si rifiutano di riconoscere la verità dei fatti e le decisioni prese dalla Santa Sede. Chiediamo a tutti di rinsavire, attraverso un cammino di conversione che comporta l’abbandono di vane giustificazioni, ostinazione e rifiuto della verità”. E la Conferenza episcopale cilena, sempre secondo SettimanaNews che riferisce puntualmente, ha emanato questo comunicato:

“Siamo addolorati per le recenti notizie sul cardinal Cipriani. Ci rammarichiamo per il dolore sofferto dalla vittima dell’abuso e dalla comunità ecclesiale e chiediamo a tutto il popolo di Dio di rispettare il desiderio della vittima di rimanere anonima. Ribadiamo la nostra vicinanza a tutte le vittime di qualsiasi tipo di abuso. Riconosciamo la saggia decisione del Santo Padre”.

A questo punto bisogna decidere. Che fare? La Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, che dal 1996 con le successive modifiche e integrazioni regola il Conclave, è stata invocata da Bruni: tutti i cardinali senza impedimenti personali come un problema di salute devono partecipare al Conclave, certo. Ed è vero che il documento non dice nulla su chi è accusato di abusi sessuali: ma la Congregazione generale può benissimo decidere sulle materie urgenti.

Un cardinale accusato di abusi sessuali e che è stato oggetto di provvedimenti papali sul tema, faccenda davanti alla quale il caso Becciu è una barzelletta, è o no materia urgente? E i cardinali possono dunque decidere di cacciare Cipriani sì o no? È giunto il momento della verità: non si può spingere al ritiro uno condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi per peculato e truffa (dunque presunto innocente) come Becciu, e lasciare andare in giro libero e tranquillo uno che – per quanto possa smentire tutte le accuse – è stato punito dal Papa dietro denuncia di una presunta vittima di abusi sessuali. Vorrà pure di qualcosa o no?

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