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Cronache
Caso Toti, il board del porto: "Non deve vedersi che prendiamo la stecca"
Giovanni Toti

Liguria, ok del consiglio al mutuo del secondo lotto della Diga di Genova"

Il Consiglio regionale della Liguria ha approvato a maggioranza l'articolo del disegno di legge omnibus che concede un mutuo da 57 milioni all'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale per finanziare il secondo lotto della nuova diga del porto di Genova. Sono stati 17 i voti a favore (centrodestra) e 12 i contrari (centrosinistra e M5S). L'opposizione lo ha definito il 'progetto Spinelli', l'imprenditore portuale finito agli arresti domiciliari per corruzione assieme al governatore Giovanni Toti. "Un'opera chiave per la Liguria, il Paese e l'Europa", ha detto il presidente ad interim della Regione Alessandro Piana.

LEGGI ANCHE: Inchiesta Toti, spunta "il clan di Riesi che sposta i voti a Genova da sempre"

Inchiesta Genova: interrogatorio Toti il 23 maggio

E proprio il governatore della Regione, Giovanni Toti, agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso con l'accusa di corruzione, sarà interrogato il 23 maggio. Il governatore era stato già sottoposto nei giorni scorsi ad interrogatorio di garanzia da parte del gip, durante il quale si era avvalso della facoltà di non rispondere. Successivamente, il suo legale Stefano Savi, aveva presentato richiesta di interrogatorio da parte del suo assistito che, nel frattempo, ha avuto modo di leggere i corposi atti dell'indagine. Nei giorni scorsi, tramite l'avvocato, Toti aveva fatto sapere che durante l'interrogatorio chiarirà la sua posizione.

Caso Toti, il board del porto: "Non deve vedersi che prendiamo la stecca"

Nel frattempo continuano ad uscire intercettazioni su intercettazioni che riguardano, direttamente o indirettamente, il governatore della Liguria. Da ultima, riporta il Corriere della Sera, una datata 7 ottobre 2021. Da una parte c'è Giorgio Carozzi, giornalista in pensione de il Secolo XIX, tra i massimi conoscitori delle vicende del porto e che adesso siede nel comitato di gestione dell'infrastruttura in rappresentanza del Comune. Dall'altra parla Andrea La Mattina, docente universitario (insegna diritto della navigazione) che nello stesso board prende decisioni per cont0 della Regione.

Nessuno dei due è indagato. Il cronista è stato ascoltato nei giorni scorsi come persona informata sui fatti. Manca poco al voto sulla concessione trentennale al Terminal Rinfuse. È quella al centro dell’inchiesta per via del rinnovo e, per l’accusa, ottenuta attraverso il finanziamento dei Comitati elettorali di Toti. Per approvarla, è il sospetto degli investigatori, non sono mancate «pressioni». Quale sia il clima lo descrive lo stesso Carozzi: "Comunque così non si può andare avanti. Io il prossimo comitato, attacco tutto, la struttura, sparo a zero. E poi c'è questa pratica qui che mi sta tormentando da... da due settimane. Quella su questa concessione trentennale che non ci dormo di notte". 

La Mattina replica: "Guarda, ne abbiamo parlato. Io non avevo avuto modo di prepararmi perché è arrivata tardissimo... e poi dopo, ti confesso che l'ho lasciata un attimo lì, ho detto adesso me la studierò e questa settimana ho avuto un po' di contrattempi e non c'è l'ho ancora fatta, la vedrò nel weekend». Prosegue: «però stamattina mi son sentito con Rino (ovvero Rino Canavese, nel board in rappresentanza del comune di Savona, "vecchio portuale", così si è sempre definito, esperto di logistica, ndr) che mi ha un po' spiegato e mi ha detto che lui è assolutamente contrario, perché dice che non ha alcun senso...".

Quello che arriva adesso, da parte di Carozzi, è un vero è proprio sfogo: «Cioè, tieni conto, in estrema sintesi, non solo non ha alcun senso, cioè, tu sai: io su questo mi son già confrontato con Bucci (il sindaco di Genova, ndr) perché a Bucci gliel'hanno venduta in tutti i modi possibili e immaginabili. Addirittura stamattina mi ha chiamato Spino (Aldo Spinelli, ndr), ah belin, tu sei il più bravo, eccetera eccetera, str..., però l'ha presa alla larga. Io gli ho detto: guarda, sono inc. nero. È probabile anche che me ne vada di lì, perché siete una banda di... belin". Carozzi a questo punto pronuncia una frase criptica, dal senso indecifrabile: "Meno male che... La realtà è che secondo me, per uscirne vivi noi tre senza dare l'impressione che abbiamo preso la stecca, parlandoci chiaro, come ha preso il tuo... quello che... quello che... che il presidente (per le Fiamme gialle Signorini, l'ex presidente dell'Autorità portuale e poi ad di Iren) definisce "mandante"...".

La Mattina ride: "Si esatto, ma capisci? "Il tuo mandante", belin, ma ragazzi...". A chi si riferiscano i due non è chiaro. Poi però Carozzi prosegue così: "Chi fa... più casino di tutti e lui! Sì, ma fino a prova contraria Toti (il governatore della Liguria, ai domiciliari per corruzione, ndr) non è il padrone né del porto nella della città...". E ancora, nel verbale, il giornalista aggiunge: "Per una volta, io credo di essere allineato su quello che diceva Rino: benissimo, certo, gliela diamo però essendo noi molto prudenti, molto attenti, molto a favore del bene comune, aspettiamo un attimo, guardiamo cosa sta succedendo e diamogli due o tre anni di rinnovo". Altre frasi così. "Ci dimettiamo", "teniamo duro". Ma poi finisce che la concessione viene approvata. L'unico che si oppone è Canavesi, gli altri nel comitato votano per il sì.

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