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Cronache
Del Grande, parla la compagna: "Da oggi in sciopero della fame anche noi"

Gabriele non ha commesso nessun crimine, vogliamo che venga rilasciato il prima possibile. Ci dicono che è dentro per aver commesso  un'infrazione amministrativa, ovvero quella di esser passato in un'area di accesso ristretto o vietato vicino al confine con la Siria. Non capiamo perché lo trattengano così a lungo. E ora siamo anche preoccupati per il suo stato di salute”. Dopo giorni di silenzio, Alexandra D’ Onofrio, compagna di Gabriele Del Grande, il giornalista italiano detenuto da 10 giorni in Turchia, decide di prendere la parola. E racconta a Redattore sociale come sta vivendo queste ore di attesa. L’unico contatto c’è stato ieri, Del Grande ha chiesto di far partire una mobilitazione pubblica, e così da oggi ci sarà una staffetta del digiuno che inizierà proprio da Alexandra, in solidarietà con lui che sta scioperando nel centro di detenzione.

Nel frattempo, la compagna di Gabriele Del Grande ha realizzato e pubblicato un video su Facebook in cui annuncia l'inizio dello sciopero della fame.

 

Cosa vi siete detti nella telefonata di ieri?
E’ stata una telefonata molto veloce che si è anche interrotta, per cui abbiamo potuto parlare molto poco con lui. Ci ha detto che è stato trasferito venerdì a Mugla, che lo interrogano continuamente e che, per quanto ne sa, lo tengono in isolamento per avere informazioni sul suo lavoro. E’ completamente all’oscuro di quanto possa durare il fermo e si rifiuta di rilasciare informazioni finché non verrà rappresentato da un avvocato. Ci ha chiesto anche di lanciare un appello a tutti per mobilitarsi, di chiedere alle autorità italiane di fare qualcosa, di far sì che un avvocato andasse a trovarlo e che non è vero che ha rifiutato di incontrare le autorità consolari, come, invece, ci avevano detto.

Siete preoccupati rispetto alle condizioni del trattenimento?
Come familiari siamo molto preoccupati. Ci ha detto che non gli è stato torto un capello ma adesso ha iniziato lo sciopero della fame, ed è necessario che un medico lo veda quotidianamente. Non sappiamo come sta. Se viene anche sottoposto continuamente a interrogatori immaginiamo uno stress anche psicologico ed emotivo che può gravare sulle sue condizioni. Noi vogliamo che venga rilasciato il prima possibile, Gabriele non ha commesso alcun crimine. Ci dicono che ha commesso un'infrazione amministrativa, il suo trattenimento dovrebbe durare al massimo 14 giorni. E speriamo che venga rilasciato in questi tempi.

Secondo voi le autorità italiane stanno facendo abbastanza?
La Farnesina è molto attiva, ci sentiamo tutti i giorni. Non siamo assolutamente in polemica con le autorità italiane. Vogliamo comunque farci sentire, come l’Italia si sta facendo sentire con le autorità turche. Oggi partirà una staffetta del digiuno: un giorno ciascuno faremo lo sciopero della fame finché Gabriele non verrà rilasciato. Inizierò io oggi insieme all’avvocata Alessandra Ballerini.

Ci sono molte persone che in queste ore si stanno mobilitando. Avete delle indicazioni da dare?
Noi indirizziamo tutte le persone che vogliono mobilitarsi a guardare la pagina Facebook di "Io sto con la sposa", in cui facciamo una specie di coordinamento. Da lì oggi parte la staffetta del digiuno. Abbiamo pubblicato anche un vademecum, chiarendo le richieste che stiamo facendo alle autorità e chiedendo alle persone di farci sapere quali sono gli eventi che vogliono organizzare. L’unica accortezza che raccomandiamo è di evitare presidi e manifestazioni davanti all’ambasciata e ai consolati turchi, perché non vogliamo che questo possa interferire nelle trattative, in cui ancora speriamo. Così come speriamo nel rilascio imminente di Gabriele. 

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