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Cronache
Diabete, scoperto il primo farmaco che cura le cause, rivoluzione per i malati

Una nuova cura per il diabete. La scoperta che può salvare milioni di vite

Avere molta sete, urinare più del solito, perdere peso senza motivo, essere sempre stanchi, mancanza di energia e fame costante, problemi di vista, ecco i primi sintomi dell’insorgenza del diabete. Nel 2015 ne erano affetti 415 milioni di persone nel mondo. Solo nello stesso anno ha causato la morte di 5 milioni di individui, molti dopo un iter di sofferenze tra cui le amputazioni degli arti (le amputazioni fra i diabetici rappresentano circa il 60% di tutti i ricoveri per amputazione non traumatica registrati in Italia, spiega l’ISS). Entro il 2040 sono previsti 642 milioni di persone nel mondo affette da diabete. A molti la malattia insorge da bambini.

Ma negli Stati Uniti è stato approvato un farmaco che può provocare un vero terremoto nel settore dopo 100 anni di cure fatte con lo stesso principio: ritarda l'insorgenza del diabete di tipo 1, non agisce più sui sintomi come tutte le altre cure ma sulle cause.

Il farmaco si chiama Teplizumab ed è un tipo di immunoterapia che agisce affrontando la causa principale del diabete. Il farmaco trasmette al sistema immunitario il segnale di non attaccare le cellule pancreatiche che producono insulina. Queste sono vitali per controllare i livelli di glucosio nel sangue. Nel diabete di tipo 1, il pancreas non produce più insulina, quindi le persone devono iniettarsela per mantenere costanti i livelli di zucchero nel sangue. Il farmaco sembra funzionare bene rallentando l’insorgenza della malattia.

Chris Askew Obe, amministratore delegato di Diabetes UK, uno dei principali enti di beneficenza per il diabete nel Regno Unito ha dichiarato: “La storica approvazione odierna di teplizumab negli Stati Uniti segna l'inizio di un cambiamento epocale nel modo in cui viene trattato il diabete di tipo 1”.

Un ritardo nell’insorgenza del diabete significa che le persone trascorrono più anni senza preoccuparsi di iniezioni, ipoglicemia, conteggio dei carboidrati e le implacabili conseguenze di vivere con il diabete di tipo 1. Significa anche che le persone trascorrono più anni con i loro zuccheri naturali nel sangue, in un intervallo di tempo più ampio, tenendo l’organismo in una condizione di salute, il che potrebbe proteggerli da complicazioni a lungo termine. E significa che qualcuno potrebbe ottenere una diagnosi quando sarà più in là negli anni e meglio attrezzato per gestire la propria condizione, forse evitando del tutto il diabete infantile.

Teplizumab è in fase di revisione nel Regno Unito, dove non è ancora stato approvato. Tuttavia, l'approvazione statunitense apre la strada affinché il trattamento, che cambia la vita, sia reso disponibile anche alle persone ad alto rischio di diabete di tipo 1 nel Regno Unito.

Chris Askew Obe: "Per 100 anni le persone che vivono con il diabete di tipo 1 hanno fatto affidamento sull'insulina per trattare la condizione e la decisione di oggi significa che per la prima volta la causa principale della condizione, un attacco del sistema immunitario, può essere affrontata e il diabete di tipo 1 potenzialmente differito fino a tre anni”.

Il teplizumab ha anche il potenziale per rallentare la progressione della malattia a lungo termine.

E’ stato un altro ente di beneficenza, il JDRF, a finanziare la sperimentazione sul farmaco, e il prospetto dei risultati è così entusiasmante da cambiare la visione delle cure sul lungo termine.

Karen Addington, amministratore delegato di JDRF UK, ha dichiarato: "Condurremo ulteriori ricerche sul potenziale futuro di teplizumab per prevenire completamente il tipo 1, contribuendo a sradicare questa condizione dalla vita di tutti".

 

 

 

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