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Cronache
Dyson, come è cambiata la qualità dell'aria durante e dopo il lockdown
Cristina Gabetti

Milano, 25 novembre 2020. In risposta alle misure restrittive contro la pandemia di Covid-19, Dyson ha fornito a nove persone in otto città del mondo uno zaino dotato di tecnologia di rilevamento della qualità dell’aria, per comprendere l’impatto del lockdown sull’esposizione dei singoli individui all’inquinamento atmosferico. Fra i partecipanti si annoverano la giornalista Cristina Gabetti, esperta in sostenibilità e innovazione, per l’Italia, Alex George di A&E e TV Doctor a Londra, il giornalista esperto di tecnologia Bobby Tonelli a Singapore e la Master Trainer di Nike Jennifer Lau a Toronto.

Basato su una rielaborazione della tecnologia già utilizzata nei purificatori d’aria Dyson, lo zaino funge da dispositivo portatile di misurazione dell’aria. Dotato di sensori integrati, batteria e GPS, è in grado di rilevare l’inquinamento atmosferico durante gli spostamenti di chi lo indossa.

Cristina Gabetti ha condotto le misurazioni – nel rispetto delle restrizioni – durante e dopo il lockdown tra la scorsa primavera e l’autunno, nella città di Milano. Rilevazioni che offrono un quadro personale dell’esposizione all’inquinamento, dato dall’indossabilità del dispositivo, che ha accompagnato Cristina nella sua routine quotidiana.

Sviluppato nell’ambito di uno studio di ricerca con il Kings College London e la Greater London Authority, lo zaino sulla qualità dell’aria di Dyson ha sensori integrati, una batteria e un GPS, che permettono di raccogliere i dati fuori casa e durante gli spostamenti. Rielaborando la tecnologia dei sensori attualmente in dotazione sui purificatori d’aria Dyson, gli ingegneri dell’azienda hanno progettato questo dispositivo portatile di monitoraggio atmosferico, concepito per essere più piccolo, leggero e pratico, ma altrettanto preciso nel rilevare l’esposizione a PM2.5, PM10, VOC e NO2..

 

Alex Knox, Vicepresidente della divisione Environmental Care di Dyson ha dichiarato:

“Accrescere la consapevolezza e informare la gente sull’importanza della qualità dell’aria è un aspetto fondamentale dell’attività di Dyson. Più informazioni otteniamo sull’inquinamento e sull’impatto che esso esercita sulle persone, migliori saranno le nostre soluzioni per affrontare questi problemi.”

Cristina GabettiCristina Gabetti
 

Ai partecipanti è stato chiesto di portare con sé lo zaino in ogni spostamento essenziale motivato durante il periodo di lockdown fra aprile e giugno: al supermercato, nel tragitto casa-lavoro o per gli allenamenti quotidiani. Gli stessi percorsi sono stati ripetuti dai partecipanti una volta revocati i blocchi cittadini, il che ha permesso di confrontare i livelli di esposizione all’inquinamento fra il periodo di lockdown e quello successivo.

I dati raccolti all’esterno sono stati analizzati insieme a quelli della rete di sensori sulla qualità dell’aria negli spazi aperti.

 

I risultati delle misurazioni condotte a Milano

Biossido di Azoto in crescita del 100%

Tabella qualità ariaTabella qualità aria (studio Dyson)
 

I risultati sulla qualità dell’aria raccolti dallo zaino Dyson rivelano un aumento dell’esposizione alle emissioni di NO2 (Biossido di Azoto) nel periodo successivo al lockdown, con Milano che ha registrato una crescita del 100% rispetto al lockdown. Uno dei maggiori responsabili dei livelli di NO2 nelle città è il traffico, il che sottolinea l’effetto di un aumento dei veicoli in circolazione una volta revocate le misure restrittive. Durante il lockdown, infatti, erano stati rilevati livelli di NO2 di gran lunga inferiori, con le immagini dei satelliti dell’Agenzia spaziale europea che avevano mostrato una riduzione significativa in tutto il mondo. Questo conferma l’impatto che le variazioni in termini di inquinamento cittadino può avere sull’esposizione individuale e perché la sensibilizzazione e la consapevolezza su questo problema sono così importanti.

 

PM 2,5 in calo dopo il lockdown

Tabella qualità ariaTabella qualità aria (studio Dyson)

Aspetto interessante: i dati rilevati dallo zaino all’esterno hanno mostrato un trend in calo per le  particelle di PM2.5 a Milano che, come mostra il grafico sotto, rappresenta la citta’ con la diminuzione piu consistente di queste particelle ultrasottili tipiche delle emissioni industriali e molto presenti nelle nostre citta’, spesso associate agli impianti di riscaldamento e piu in generale, da processi di combustione.

 

Il commento di Cristina Gabetti, ambassador Dyson Italia, che ha condotto le rilevazioni:

“E’ importante per me fare parte di questo progetto, soprattutto in questo periodo. Rendermi utile e capire meglio che aria respiriamo nelle nostre città. Come già noto è particolarmente importante per il nostro benessere respirare aria pulita; il primo passo è esserne consapevoli, adottare contromisure mirate e mettere in pratica comportamenti virtuosi.

Il mio naso è molto sensibile e durante il lockdown avevo avvertito un’aria più leggera. Ho avuto conferma che è il Biossido di Azoto (NO2) che punge nelle narici, mentre i PM2.5 sono davvero i nemici invisibili e infatti i miei sensi non avevano percepito le alte concentrazioni di queste polveri sottili in quello stesso periodo.

Spero che questa ricerca contribuisca a sensibilizzare le persone sull’importanza di agire a 360 gradi per superare le sfide interconnesse del nostro tempo”.

 

CITTÀ COINVOLTE NEL PROGETTO

Londra, Milano, Parigi, Berlino, New York, Toronto, Delhi, Singapore, Dubai, Kuala Lumpur, Bangkok, Manila, Tokyo, Seoul.
 

SOSTANZE INQUINANTI COMUNEMENTE RILEVATE NELLE CITTÀ:

PM2.5 - Particelle ultrasottili, molto difficili da rilevare e catturare.
PM10 - Si tratta del particolato di dimensioni inferiori a 10 micron, compresi polline, polvere, feci di animali e allergeni di piante e fiori.
Biossido di azoto (NO2 ) - Si ritrova in alte concentrazioni vicino alle strade.
Anidride solforosa (SO2) - È prodotta dai gas di scarico di industrie e veicoli.
 

LA TECNOLOGIA NEL PURIFICATORE

I purificatori Dyson rilevano e catturano le sostanze inquinanti ed emettono aria depurata.
Grazie a tre sensori intelligenti, il purificatore Dyson rileva automaticamente le particelle e i gas presenti nell’aria.
Il sistema di filtraggio completamente sigillato di Dyson unisce un filtro a carboni attivi che rimuove i gas a un filtro HEPA in fibra di vetro che cattura il 99,95% degli allergeni e degli agenti inquinanti microscopici di dimensioni fino a 0,1 micron[1].
L’apparecchio proietta oltre 290 litri di aria purificata al secondo. Con un’oscillazione a 350°, mescola e fa circolare l’aria per riscaldare e raffrescare qualunque ambiente[2].
 

LA TECNOLOGIA NELLO ZAINO

I ventilatori e termoventilatori purificatori Dyson utilizzano sensori che rilevano particolato, biossido di azoto e VOC per monitorare costantemente la qualità dell’aria nelle stanze dove sono installati.
Un algoritmo Dyson unico elabora gli input e attiva l’apparecchio per catturare gli agenti inquinanti e restituire aria più pulita. I sensori rilevano PM2.5, PM10, VOC, NO2.
Gli ingegneri hanno dovuto realizzare una scheda elettrica totalmente nuova che si adattasse allo spazio dello zaino, con tre sensori principali che utilizzano algoritmi unici per elaborare i dati raccolti. Su una scheda progettata apposta per questo studio è inserito un sensore che misura la temperatura e l’umidità, mentre un secondo sensore per gas è in grado di rilevare il biossido di azoto (NO2) e i composti organici volatili (VOC). Infine, il terzo sensore è noto come il “sensore della polvere”: più grande degli altri due, è alloggiato in un modulo separato e utilizza dei laser per rilevare le particelle PM2.5 e PM10.
 

IL BREATHE LONDON STUDY

Il Kings College London ha utilizzato gli zaini per il monitoraggio della qualità dell’aria di Dyson in uno studio che ha coinvolto 250 alunni con l’intento di comprenderne l’esposizione quotidiana agli agenti inquinanti, come PM2.5 e NO2, nel tragitto casa-scuola.
Lo studio ha riguardato in totale 250 alunni di cinque scuole di Londra: la Marner Primary School, la Charlotte Sharman Primary School, la East Sheen Primary School, la Haimo Primary School e la Lordship Lane Primary School. I bambini frequentavano classi diverse e avevano un’età compresa fra 8 e 11 anni.
Lo studio ha misurato l’esposizione personale degli alunni all’inquinamento atmosferico, consentendo una caratterizzazione più accurata del rischio reale per i bambini in età scolare. A seguito dello studio, il 31% dei bambini ha cambiato il modo di spostarsi da casa a scuola e viceversa.
Per maggiori informazioni, visitare www.dyson.com/breathelondon o www.breathelondon.org
 

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