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Cronache
Ecco come sarà il clima in Italia e nel mondo nel 2023
Siccità in Valle d'Aosta 

Se il 2022 è stato considerato uno degli anni più caldi di sempre, si prevede che il 2023 lo sarà anche di più

L’allarme è stato lanciato dal servizio meteorologico inglese, il Met Office. Secondo gli scienziati del Met, nel 2023 il riscaldamento globale raggiungerà valori con temperature superiori di 1,2 gradi rispetto ai livelli del cinquantennio 1850-1900.

La causa principale è la fine dell’effetto “rinfrescante” di La Niña e El Niño, che fanno parte di quello che gli esperti chiamano ENSO, ossia El Niño Southern Oscillation. La Niña è caratterizzata da un raffreddamento anomalo della superficie del Pacifico equatoriale, Il Niño da un riscaldamento anomalo.

In particolare, El Niño, il fenomeno atmosferico al largo della costa pacifica del Sudamerica che ha avuto ripercussioni sul clima a livello globale, nonostante favorisse inondazioni e siccità in diverse aree del Pianeta, rallentava il riscaldamento globale. Ed è stato proprio a causa di El Niño che il 2016 è stato definito, fino a oggi, l’anno più caldo della storia.

La previsione del Met Office stima che nel corso del 2023, la temperatura media globale sarà tra 1,08 e 1,32°C più calda della media della seconda metà del XIX secolo. Con un valore mediano di +1,2 gradi. La corsa del global warming, del riscaldamento globale, quindi, dovrebbe portare il mondo verso il decimo anno di fila in cui l’anomalia termica globale ha superato il grado.

Queste le parole di Richard Allan: “L’anno prossimo l’effetto frenante naturale e temporaneo di El Niño svanirà. L’aumento delle temperature interesserà il prossimo anno, il 2023, e continuerà in futuro, insieme a estremi di umidità, siccità e caldo più severi, fino a quando non saranno messe in atto politiche per raggiungere emissioni nette di gas serra pari a zero”.

“Senza un precedente El Niño che faccia aumentare la temperatura globale, il 2023 potrebbe non essere un anno da record”, dichiara Adam Scaife, responsabile delle previsioni a lungo termine del Met Office. “Ma con l’aumento di fondo delle emissioni globali di gas serra che continua senza sosta, è probabile che il prossimo anno sarà un altro anno notevole nella serie”.

L’Europa due volte più calda del resto del Pianeta

Se l’Europa si sta scaldando due volte più velocemente del resto del pianeta, la causa è anche la diminuzione degli aerosol in atmosfera, che prima schermavano la radiazione solare.

L’Europa mediterranea e diverse altre parti del continente sono destinate a vivere estati con un’anomalia termica di oltre 2°C, anche se il riscaldamento globale oggi è attestato a 1,1°C.

Ciò dipende sia dalle differenze da regione a regione, sia da un meccanismo innescato a causa delle condizioni di suolo più arido con meno evaporazione, a loro volta causate dalla crisi climatica in corso. Condizioni, queste, che sono particolarmente presenti nella parte più meridionale d’Europa, Italia inclusa. Ma non è tutto.

Il global warming nel nostro continente corre quasi due volte più veloce rispetto alla media del pianeta. Perché? Un fattore importante è il ruolo delle particelle di aerosol presenti nell’aria.

“Prima che iniziassero a diminuire all’inizio degli anni ‘80 in Europa, hanno mascherato il riscaldamento causato dai gas serra umani di poco più di un grado in media per il semestre estivo”, spiega Paul Glantz, prima firma dell’articolo pubblicato sulla rivista scientifica “JGR Atmospheres”.
“Quando gli aerosol nell’atmosfera sono diminuiti, la temperatura è aumentata rapidamente. Le emissioni umane di anidride carbonica sono ancora la minaccia maggiore, poiché influenzano il clima per centinaia o migliaia di anni”, continua Glantz.

La diminuzione di queste particelle è dovuta principalmente alla transizione energetica, in particolare alla diminuzione delle centrali a carbone. Il rapporto del Global Carbon Project, pubblicato in occasione della COP27, prevedeva emissioni globali di CO2 totali di 40,6 miliardi di tonnellate (GtCO2) nel 2021, vicine ai 40,9 GtCO2 del 2019, che è il totale annuale più alto di sempre.

Nel report si aggiunge anche che le concentrazioni atmosferiche di CO2 hanno raggiunto una media di 417,2 parti per milione nel 2022, oltre il 50% al di sopra dei livelli preindustriali.

Una dinamica, questa, che dovrebbe essere tenuta in considerazione per capire come potrà cambiare il clima in altre regioni del pianeta, come l’India o la Cina, dove invece gli aerosol in sospensione sono ancora presenti in grandi quantità.

A differenza dei gas serra che intrappolano il calore della radiazione solare all’interno dell’atmosfera, infatti, queste particelle di aerosol hanno un effetto opposto. Di fatto, schermano la superficie terrestre da parte della radiazione solare, contribuendo così a contenere l’aumento della temperatura.

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