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Cronache
Gaudio giudice di Miss Università. Accuse di sessismo dalle accademiche

Nuove polemiche su Eugenio Gaudio, ex rettore de La Sapienza di Roma, scelto dal ministro Speranza come nuovo commissario alla Sanità in Calabria ma che ha già rinunciato all'incarico.

L’ex magnifico rettore è indagato dalla procura di Catania. Consulente del ministro Gaetano Manfredi dall’aprile del 2020, al vertice della nota università capitolina dal 2014 al 31 ottobre scorso, Gaudio è tra le persone coinvolte in una maxi inchiesta su una serie di concorsi all’Università della città siciliana. L’indagine scoppia nel giugno del 2019 ed è composta da tre filoni. Quello che coinvolge l’ex rettore si è chiuso l’estate scorsa: Il 27 luglio del 2020 la procura ha notificato l’avviso di conclusione indagini a 54 persone. I legali di Gaudio, gli avvocati Gian Domenico Caiazza e Carmelo Peluso, hanno già chiesto l’archiviazione per il loro assistito, che il 25 settembre scorso si è fatto interrogare dal pm Marco Bisogni. La procura non ha ancora assunto un provvedimento formale: lo farà nelle prossime settimane dopo aver valutato le posizione dei vari indagati.

Ma c'è un'altra ombra sul passato dell'ex rettore de La Sapienza di Roma e riguarda Miss Università, il concorso di bellezza degli atenei italiani che si è tenuto il 6 maggio 2015. Il concorso nazionale, ideato e organizzato da Marco Nardo, ha avuto luogo cinque anni e mezzo fa presso la sala da gioco Billions a Roma. Tra i membri della giuria, chiamati a esprimere il proprio giudizio non solo sulla bellezza ma anche sulla 'sapienza' delle giovani in gara, c'era anche il rettore della Sapienza Eugenio Gaudio. Le polemiche sono scattate con una petizione per chiedere le pubbliche scuse all'allora rettore de La Sapienza. “Riteniamo che non sia compatibile con il suo ruolo istituzionale e rappresenti una scandalosa macchia sull'ateneo che lei è stato eletto a guidare” esordisce la petizione firmata da una serie di accademiche, professioniste e ricercatrici non solo in Italia. Gaudio si difese affermando: “Sono perplesso”.  

Attaccavano le prime firmatarie della petizione. “In un contesto in cui la reputazione internazionale dell’Italia è più legata al Bunga Bunga che alla sua enorme eredità scientifica e culturale, la sua partecipazione all’evento non fa che sminuire ulteriormente il ruolo fondamentale svolto in Italia dall’Università (con la U maiuscola) e dalle donne” scrivevano. “L’Università, caro rettore, non serve solo a distribuire certificati con titoli di studio, ma anche a fornire modelli culturali, intellettuali e professionali alle nuove generazioni”. Per le firmatarie le studentesse dovrebbero essere spinte a “credere in se stesse e non nel modo il cui gli uomini valutano il loro corpo”. Per le professioniste e accademiche la partecipazione di Gaudio all'evento “dimostra quanto arretrata sia ancora la nostra società”. Così la richiesta: “Porgere le sue scuse pubblicamente a tutte le donne e gli uomini che si sentono offesi dalla sua partecipazione a questo vergognoso evento”.

Un attacco portò il rettore Gaudio a rispondere. “Ho accettato il loro invito dopo numerose insistenze e dopo aver fatto fare precise ricerche alla mia segreteria, dato che partecipare a concorsi di bellezza non rientra di certo fra i miei passatempi. La manifestazione esiste da più di 20 anni ed anche i miei predecessori hanno fatto parte della giuria, da D'Ascenzo a Frati. Nella giuria c'erano anche altri personaggi del mondo accademico, un magistrato e giornalisti”. Infine una difesa da qualsiasi accusa di sessismo. “L'80% dei miei collaboratori sono donne. Nella mia squadra di governo ho scelto quattro pro-rettori donna” ha continuato chiedendo alle firmatarie di “informarsi per capire come sono andati i fatti”.

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