Giallo valigie: ritrovata la quarta. Identificato l'albanese Shpetim Pasho - Affaritaliani.it

Cronache

Giallo valigie: ritrovata la quarta. Identificato l'albanese Shpetim Pasho

Svolta nel giallo di Firenze, dopo il ritrovamento della quarta valigia e l'identificazione dell'uomo. L'ipotesi dei coniugi albanesi prende sempre più corpo

Giallo valigie: il caso di Firenze il ritrovamento della quarta 

Pochi giorni fa, è stata fatta una macabra scoperta nei pressi del carcere di Solliciano, vicino alla superstrada Firenze-Pisa-Livorno. I carabinieri, in seguito ad una segnalazione, hanno ritrovato una valigia, al suo interno c'erano resti umani in stato di "saponificazione". Il ritrovamento è stato effettuato fortuitamente dal proprietario del terreno, il quale ha poi avvisato le autorità. La valigia, a modello rigido, è stata abbandonata tra il perimetro del carcere fiorentino e la superstrada Firenze-Pisa-Livorno. Diversi giorni dopo, sempre in quella zona, sono stati trovati altri due bagagli contenenti ossa umane fatte a pezzi. Dopo ore di perlustrazione palmo a palmo nel medesimo appezzamento di terreno, i carabinieri hanno ritrovato anche il quarto. Il contenuto- spiegano i carabinieri- è da verificare. 

Giallo valigie: l'ipotesi dei coniugi albanesi

Dalla prima comparazione effettuata dalla Sezione Impronte del Ris di Roma, i carabinieri informano che: “E' dell'albanese Shpetim Pasho il corpo maschile rinvenuto nelle valigie alla periferia di Firenze. Tutti i punti rilevabili sull'impronta di un dito di una mano del cadavere di sesso maschile corrispondono alle sue impronte dattiloscopiche”. Prende dunque sempre più corpo l’ipotesi che i resti dei corpi possano essere dei coniugi albanesi Shpetim e Teuta Pasho scomparsi nel 2015.  A battere questa pista fu a suo tempo anche la trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?”, che per prima aveva indagato sulla scomparsa dei due dopo la segnalazione alla redazione da parte della figlia della coppia.

La donna aveva detto di non aver più avuto traccia dei genitori dopo l’ultima telefonata da Scandicci, dove avevano trovato un appartamento in affitto per il loro soggiorno. Shpetim e Teuta Pasho, infatti, erano solo di passaggio in Italia: erano venuti dall’Albania per vedere il figlio che era detenuto, in quel periodo, proprio nel carcere di Sollicciano. Shpetim e Teuta Pasho (rispettivamente, 54 e 52 anni al momento della scomparsa) venivano periodicamente in Toscana, dove vivono i loro figli.

Il loro ultimo soggiorno era iniziato il 4 ottobre 2015 ed era durato circa un mese. Poi, il 2 novembre la figlia aveva ricevuto una telefonata da un numero anonimo in cui la madre le diceva di non voler rispondere a nessuno. Da allora, nessuna notizia. Nessun altro tassello si è aggiunto al puzzle, fino al ritrovamento dell’importante tassello della complessa indagine oggi.