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Cronache
Incendio in una cittadina del Portogallo: 62 vittime

Continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime del violento incendio che da sabato sta devastando i boschi attorno alla cittadina di Pedrógão Grande, nel centro del Portogallo, a circa 150 chilometri a nordest di Lisbona. Il ministro dell'Interno Jorge Gomes ha detto che i morti sono 62 e i feriti 59, cinque dei quali gravi. Tra le vittime ci sono quattro bambini. Si tratta in gran parte di automobilisti, tra cui intere famiglie, rimasti bloccati dalle fiamme lungo la strada che collega Figueiro dos Vinhos a Castanheira de Pera, nel distretto di Leiria. "Una tragedia umana", l'ha definita il primo ministro portoghese Antonio Costa, di cui il Paese "non ha memoria" e per cui il Governo ha proclamato tre giorni di lutto nazionale a partire da oggi.

I primi soccorritori arrivati sul luogo hanno parlato di "scenario orribile", ha spiegato Gomes. "È difficile dire se le persone fuggivano dall'incendio o se sono state sorprese dal fuoco", ha continuato prima di specificare che fra i feriti ce ne sono cinque "in gravi condizioni": quattro pompieri e un bambino. Ed è proprio un bambino di quattro anni la prima vittima identificata: il piccolo viaggiava in auto con uno zio prima che un albero in fiamme cadesse sul loro veicolo. Secondo i media portoghesi sono circa 30, al momento, le persone morte carbonizzate nelle auto. Almeno tre quelle morte soffocate dal fumo. In tutto questo manca ancora un conto dei dispersi.

Sulle cause all'origine del rogo le autorità portoghesi hanno escluso il dolo. Ci sarebbe la natura dietro la tragedia, più precisamente la caduta di alcuni fulmini su un'area boschiva resa secca dalla alte temperature - fino a 40 gradi - che si sono registrate in questi giorni nel Paese. Il fuoco si sarebbe poi propagato in un modo che "non ha spiegazioni", ha insistito il ministro dell'Interno, sottolineando come il forte vento abbia trasformato un rogo di piccole dimensioni in "un incendio impossibile da controllare".

A combattere contro l'incendio ci sono circa 700 pompieri giunti da Setubal, Coimbra e Lisbona, ma il fuoco ancora arde su quattro fronti, due dei quali ora parzialmente sotto controllo, ma non ancora del tutto estinti. Per far fronte all'emergenza sono tate chiuse molte strade della città ed evacuate centinaia di persone dalle abitazioni delle zone limitrofe. Sul posto lavorano anche due Canadair provenienti dalla Spagna e ne dovrebbero giungere altri dalla Francia. Tuttavia la grande nuvola bassa di fumo che si è creata sulla zona complica l'intervento dei mezzi aerei. Sul posto sono giunte anche squadre di psicologi per dare conforto ai sopravvisuti, molti dei quali si trovano "in stato di shock" per la perdita di familiari.

Il presidente Marcelo Robelo de Sousa, giunto nella notte nella zona del disastro, ha affermato che "è stato fatto il massimo che si poteva fare" per fermare l'incendio. "Non era possibile fare di più, ci sono situazioni imprevedibili. Quando si presentano non ci sono capacità di prevenzione che che possano intervenire", ha aggiunto. Mentre il primo ministro portoghese Antonio Costa sottolinea che il Portogallo "non ha memoria di una tragedia umana di questa portata". Motivo per cui il Governo ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale a partire da oggi.

Si tratta dell'incendio col numero di vittime più alto nella storia recente del Portogallo. Uno dei responsabili dei vigili del fuoco ha definito quanto accaduto di "gravità mai riscontrata in 50 anni di lotta agli incendi". Nell'estate del 2003, roghi in diverse località uccisero circa 20 persone.

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