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Cronache
Messina, strangola la compagna: “Venite, l’ho uccisa”. Poi tenta il suicido

Messina, il rettore: è il ​dramma della convivenza forzata

Cordoglio del rettore di Messina, Salvatore Cuzzocrea, dopo la notizia del femminicidio che ha avuto come vittima Lorena Quaranta, studentessa del sesto anno del corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell'ateneo. Il rettore esprime "profonda tristezza e dolore, a nome di tutta la comunità accademica, per quanto accaduto ed è vicino alla famiglia ed agli amici della giovane donna. Nella condizione emergenziale che stiamo vivendo, esperti di settore avevano sottolineato il rischio che la convivenza forzata potesse acuire i conflitti familiari. In questo contesto la ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti, aveva ritenuto necessario porre con forza l'attenzione sulle donne, quelle fragili e in difficoltà". Aggiunge Cuzzocrea: "Anche il nostro Ateneo su sollecitazione della Crui ha infatti aderito all'iniziativa promossa dal Ministero stesso e darà il massimo risalto, attraverso i suoi canali, alla campagna antiviolenza e alla diffusione del numero 1522, attivo 24 ore su 24. Sempre nell'ottica della prevenzione l'Università di Messina ha messo a disposizione, già dall'inizio della fase emergenziale, qualificate risorse umane e tecnologiche per attivare un servizio di supporto psicologico, disponibile per donne e uomini che si trovano in difficoltà".

Messina, Lorena: l'amore per la vita e la Medicina

"Ora piu' che mai bisogna dimostrare responsabilità e amore per la vita. Abbiate Rispetto di voi stessi, delle vostre famiglie e del vostro Paese. E ricordatevi di coloro che sono quotidianamente in Corsia per curare i nostri malati. Rimaniamo uniti, ognuno nella propria casa. Evitiamo che il prossimo malato possa essere un nostro caro o noi stessi". Cosi' scriveva, alcuni giorni fa, in piena emergenza coronavirus, il suo amore per la vita, Lorena Quaranta, studentessa in medicina strangolata e uccisa dal suo compagno, Antonio De Pace, collega all'universita' di Messina. Amava il suo futuro di medico. L'Italia protetta in un abbraccio da un medico: e' la foto simbolo di questa emergenza sanitaria che aveva postato sul suo profilo Fb. Sulla copertina della pagina social, i suoi occhioni grandi e pieni di futuro sopra la mascherina. Articoli di giornale sulla guerra combattuta dai medici, decine dei quali morti nella trincea dell'epidemia. A Capodanno una foto gioiosa con il suo compagno: "Amo la gente un po' folle - scriveva - gli abbracci improvvisi. I gesti spontanei, i sorrisi gratuiti... Chi ti regala attenzione, chi si ubriaca di emozioni. E ti contagia di gioia. Amo ogni secondo e ogni anno vissuto insieme a te. Buon 2020". E gli amici scrivono tra dolore e rabbia: "Riposa in pace angelo nostro".

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