Cronache
Garlasco, 14 punti di Dna compatibili con Sempio. Perché Stasi non ha parlato?

Perché Alberto Stasi non ha parlato prima dei suoi sospetti?
“La verità è nel fondo di un pozzo: lei guarda in un pozzo e vede il sole o la luna; ma se si butta giù non c’è più né sole né luna, c’è la verità.”
(Leonardo Sciascia)
La riapertura del caso relativo all’omicidio di Chiara Poggi e per cui l’attuale colpevole Alberto Stasi sta scontando da un anno i 16 di prigione inflittigli ha del clamoroso.
In effetti sembra una storia di un libro giallo.
Ricordiamo brevemente i fatti.
Il 17 agosto 2007, Chiara Poggi, fu assassinata a Garlasco (in Provincia di Pavia) con un corpo contundente che non fu mai ritrovato.
La ragazza aveva aperto spontaneamente la porta al suo assassino perché non furono ritrovati segni di effrazione o di scasso e lo conosceva perché era in pigiama.
Fin dall’inizio tutti i sospetti si concentrarono sul fidanzato, Alberto Stasi, studente della Bocconi e questo perché dopo aver dato l’allarme fu trovato con le scarpe perfettamente pulite il che non era possibile perché il luogo del ritrovamento era pieno di sangue e quindi si sarebbe dovuto sporcare.
La difesa di Stasi disse che il sangue era secco compatibilmente con l’ora dell’assassinio e indicò in una rapina la causa dell’omicidio.
In primo grado (2009) Stasi fu prosciolto, in Assise d’Appello pure (2011) mentre la Cassazione (2013) annullò con rinvio le due sentenze perché nel frattempo erano comparsi nuovi indizi quali un capello (poi rivelatosi senza bulbo e quindi non utile per la prova biologica) e del DNA sopra (e non sotto) le unghie della vittima. In più uno spostamento dell’ora dell’omicidio e conseguente sangue non secco fece crollare l’alibi di Stasi.
La presenza del DNA sopra le unghie e non sotto (ribadita nelle ultime analisi) indica un contatto e non una collutazione.
Al processo d’appello bis (2014) Stasi fu condannato a 24 anni poi ridotti a 16 a causa del rito abbreviato.
Il 19 dicembre scorso la difesa di Stasi ha riproposto una perizia genetica che ora si dimostra compatibile in 14 punti su 17 con un maschio della famiglia Sempio (la precedente invece non aveva raggiunto questa precisione) con quella di un amico del fratello della vittima (Marco Poggi), Andrea Sempio (impiegato in un supermercato) e quindi sono state riaperte le indagini e poche ore fa la Procura di Pavia ha iscritto Sempio nel registro degli indagati (comunque un atto dovuto dopo l’esposto della madre di Stasi).
Una considerazione che dovrebbe venire naturale è però la seguente: perché Alberto Stasi non ha mai fatto riferimento a Andrea Sempio come possibile omicida?
Una persona condannata per omicidio a 16 anni di prigione per di più in età giovanile non le pensa tutte se è innocente su chi possa essere stato il vero omicida?
Sempio a parte un alibi ritenuto solido ha sempre detto di non aver mai frequentato la Poggi anche per la differenza d’età lui 19 anni e lei 26.
D’altro canto l’alibi di Sempio si basa su uno scontrino di un parcheggio in cui si trovava nel giorno e nell’ora del delitto dopo esser estato in una libreria di Vigevano, ma appare in effetti strano che sia stato conservato per ben 14 mesi e consegnato solo al suo secondo interrogatorio.
Inoltre lo scontrino non è nominale.
Poi Sempio fece tre telefonate a casa Poggi prima dell'omicidio e le ha spiegate dicendo che cercava l'amico in realtà già partito e di aver equindi parlato con la ragazza.
Una strana coincidenza riguarda poi la pubblicazione su Facebook da parte di Sempio di due frasi in francese il giorno della condanna di Stasi: “L’essenziale è invisibile agli occhi” e “Non dimenticare il mio segreto” corredate da un disegno con un ragazzo ed una ragazza.
Quindi una vicenda ancora non chiara che non cesserà di provocare clamore.