Roberto D'Alessandro è morto, se ne va l'uomo che ha fatto grande Portofino - Affaritaliani.it

Cronache

Roberto D'Alessandro è morto, se ne va l'uomo che ha fatto grande Portofino

Ex Presidente dell’allora Cap (Consorzio Autonomo del porto, poi Autorità Portuale) di Genova

Si è spento Roberto D’Alessandro nella sua casa di Portofino, in mezzo al Monte, in località Villa Grande. Come riferisce Repubblica, è  stato portato in autoambulanza all’ospedale di Genova Galliera ma non c’è stato nulla da fare. La causa del malore è stata un aneurisma.

Genovese classe ‘35, viveva stabilmente nel capoluogo ligure da una quindicina di anni, e da un paio anche la moglie Elisabetta si era trasferita da Milano, per stare accanto al marito, passavano quasi ogni giorno dal borgo, un posto a cui era profondamente legato per gli amici, da quelli storici come Puny, Carlo Camerana e Nannicini con cui aveva lavorato in comune, quando era stato sindaco al ‘75 per due mandati; in quegli anni aveva voluto innovare, aveva pedonalizzato via Roma poi aveva creato il Teatrino con la direzione di Giorgio Strheler.

Sempre come riferisce Repubblica, è ricordato soprattutto per il periodo passato a Palazzo San Giorgio, Presidente dell’allora Cap (Consorzio Autonomo del porto, poi Autorità Portuale), una carica appoggiata fortemente dall’amico Bettino Craxi, allora Presidente del Consiglio. Furono anni turbolenti perchè D’Alessandro non era uomo da compromessi, voleva cambiare profondamente  la vita delle  banchine, aveva cominciato la privatizzazione con i famosi Libri Blu. Una rivoluzione che gli costò scontri con i sindacati prima e poi con la Compagnia Unica e in Batini. In una intervista confessò: “A Genova avevo sbagliato solo il calcio di rigore decisivo, ma rifarei tutte le stesse mosse anche trent’anni dopo”.

Passerà poi all’Agusta, una delle tante aziende dove era stato un manager brillante come all’Italsider, alla Zanussi, alla Pirelli e alla Fiat. Si era ricandidato due volte per fare il sindaco di Portofino, senza vincere, poi nel 2009 aveva fatto ricorso, lo vinse, ma decise di non ricandidarsi. Era stato anche un giocatore della pallanuoto nella. Lascia la moglie Elisabetta e i 3 figli Pietro, Elena e Marta.