Salta l’emendamento 'Airbnb', le associazioni: "Vantaggio per gli speculatori"
L'emendamento, presentato dai deputati bolognesi del Pd, è stato ritirato per l'opposizione di Italia Viva
Milleproroghe: via norma su affitti brevi, verso testo ad hoc
Dopo il ritiro dell'emendamento al dl Milleproroghe sulla stretta agli affitti brevi si pensa a una riforma organica del settore dell'ospitalità. E le novità potrebbero arrivare a stretto giro già all'interno del collegato alla Legge di Bilancio sul turismo.
Nello specifico, la proposta di modifica al decreto, a firma di Nicola Pellicani e Rosa Maria Di Giorgio, prevedeva di lasciare ai Comuni la possibilità di creare una licenza ad hoc per gli affitti brevi, fissando sia un tetto al numero di permessi sia "un limite di durata delle locazioni in un anno solare, differenziandolo anche in relazione alle esigenze delle zone del territorio amministrato, con specifico riferimento ai centri storici e le aree di interesse culturale e artistico". L'affitto di più di tre stanze, anche in case diverse, per meno di 8 giorni, si sarebbe configurato come attività d'impresa.
Immediate le reazioni. La prima a dire no è Italia Viva che, tramite Marattin, annuncia il voto contrario alla proposta spiegando che "una migliore regolamentazione non ha nulla a che vedere con maggiore burocrazia, con il blocco del mercato e con il freno ad un'attività che finora ha stimolato turismo e ha portato benefici a tutti". Di "vincoli soffocanti e di dubbia legittimità costituzionale alla locazione breve" parla il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che evidenzia come "sugli affitti brevi si siano susseguiti una serie infinita di stringenti interventi legislativi, da ultimo sul piano fiscale e della sicurezza. Sarebbe ora di fermarsi e, soprattutto, di iniziare ad occuparsi di immobili con un'ottica incentivante anziché punitiva".(
Dopo le polemiche l'emendamento viene stato ritirato. "Ho accolto l'invito del governo al ritiro" della proposta di modifica "in quanto lo stesso governo si è impegnato a riprendere i contenuti dell'emendamento all'interno del Collegato alla Legge di Bilancio sul turismo" spiega sul suo sito Pellicani. La regolamentazione degli affitti brevi secondo il deputato dem "non è più rinviabile.
E' un tema che rientra più in generale nel Dossier Venezia e nella gestione dei flussi turistici" ed "è chiaro che pensare di risolvere un problema così complesso con un semplice emendamento era una forzatura, ma l'obiettivo era gettare il sasso nello stagno. Mettere di fronte Parlamento e Governo a un problema che, in una città come Venezia, è esplosivo".
Secondo il Movimento 5 Stelle, il settore dell’ospitalità "ha bisogno di un’organica cornice normativa che garantisca la sicurezza di operatori e utenti, una concorrenza leale e una sburocratizzazione che il settore, compreso quello degli affitti brevi, aspetta da anni". Per questo "non può essere sufficiente un singolo emendamento per affrontare il problema".
Così, sottolineano Angela Masi e Lucia Scanu, deputate M5S della commissione Attività produttive della Camera, "si rischia soltanto di giungere a soluzioni frettolose e dunque, parziali: quello che intendiamo fare nelle prossime settimane è incontrare gli stakeholders del settore per valutare insieme le scelte migliori, dal punto di vista normativo, per accompagnare il settore in questa fase di cambiamento. Lavoriamo per una soluzione che porti alla definizione di una cornice normativa articolata e completa. Auspichiamo di poterlo fare già nel collegato del turismo che arriverà a breve".
Per le associazioni per la casa il ritiro dell'emandamento privilegia gli interessi degli speculatori
Erano “tre importanti novità”, che a Bologna, nell’ultimo anno, “abbiamo richiesto a gran voce insieme a migliaia di cittadini e organizzazioni sociali”, spiega Pensare Urbano, comitato cittadino che batte per il diritto alla casa sotto le Due torri, nell'intervista rilasciata all'agenzia giornalistica Dire.it
Purtroppo però, aggiunge Fabio D’Alfonso di Pensare urbano, “i deputati di Italia viva, capeggiati da Luigi Marattin e incalzati da alcune associazioni di host, hanno fatto saltare l’emendamento in una riunione della maggioranza governativa che precedeva la seduta in commissione”. Emendamento ritirato, dunque; e tutto da rifare.
Per il gruppo bolognese di Pensare urbano, Marattin “conduce questa battaglia è solo per difendere gli interessi dei grandi speculatori immobiliari e di multinazionali che evadono sistematicamente il fisco, non certo per difendere coloro che, per avere un’integrazione al reddito, affittano la loro casa o le stanze momentaneamente vuote dei loro immobili”.
Noi di @ItaliaViva non condividiamo questo emendamento e non lo voteremo. Una migliore regolamentazione non ha nulla a che vedere con maggiore burocrazia, con il blocco del mercato e con il freno ad un’attività che finora ha stimolato turismo e ha portato benefici a tutti. https://t.co/cmaX3DkC7t
— Luigi Marattin (@marattin) January 27, 2020
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