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Cronache
Ucraina, il soldato russo processato a Kiev rischia l'ergastolo

Guerra Russia-Ucraina: a Kiev è in corso il primo processo a un militare russo, per lunedì è attesa la sentenza

E' atteso per lunedì prossimo il verdetto nei confronti del sergente russo Vadim Shishimarin. Il giovane è processato a Kiev, per crimini di guerra per l'uccisione a sangue freddo di un civile ucraino disarmato di 62 anni, a Sumy, il 28 febbraio scorso, su di lui pende la richiesta dell'ergastolo. La notizia arriva dal giudice del tribunale di Kiev. Pertanto, il 21enne militare, in aula, ha reso la sua testimonianza in piedi, all'interno di una gabbia di vetro davanti ai tre giudici del tribunale distrettuale Solomyansky e alla vedova Kateryna Shelipova

L'imputato, il 18 maggio, ha dichiarato: "Riconosco la mia colpa, ti chiedo di perdonarmi". Mentre, è stata ascoltata anche la moglie del defunto: "Mio marito lavorava come trattorista, non avevamo armi. Era in abiti civili. Con mio marito ho perso tutto, era il mio protettore". La donna poi ha aggiunto: "Si merita l'ergastolo per aver ucciso mio marito".

Guerra Russia-Ucraina: i fatti raccontati in aula dal testimone 

In merito all'omicidio, è stato ascoltato un altro testimone, il militare russo, Ivan Maltysev, anche lui 21enne e arresosi alle forze ucraine. Dalla sua versione emerge che i russi erano stati costretti a ritirarsi a piedi con alcuni loro soldati feriti e conferma che il suo commilitone era stato costretto a sparare.

Inoltre, Maltysev, afferma: "Non è stato Vadim a volerlo. Un soldato, di cui non conosco il nome, si è voltato in macchina e ha gridato che Vadim doveva eseguire l'ordine, altrimenti saremmo stati individuati", riferendosi al fatto che la vittima stesse parlando al telefono e, secondo i russi, avrebbe potuto fornire indicazioni su dove si trovavano.

Maltysev conclude: "A questo punto, eravamo quasi a fianco del civile e, sotto pressione, Vadim ha sparato. Ha sparato tre o quattro colpi". Gli altri due soldati che erano in macchina con loro sono stati portati in Russia nell'ambito di uno scambio di prigionieri, ha reso noto l'avvocato.

Durante l'arringa finale l'avvocato d'ufficio, Viktor Ovsiannykov, assegnato al ragazzo, ne ha chiesto l'assoluzione: "Tenuto conto di tutte le prove e testimonianze esibite, ritengo che il signor Shishimarin non sia colpevole dei crimini dei quali lo si accusa". Inoltre, sul banco degli imputati vi sono altri due soldati russi, anche loro accusati di aver commesso crimini contro civili. 

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