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Ustica, il testimone: "Battaglia aerea intorno al Dc9". Ma è troppo tardi, si va verso l'archiviazione
A livello internazionale non c'è collaborazione, Usa e Francia restano in silenzio

Inchiesta Ustica, nonostante un nuovo supertestimone non si saprà mai la verità. I silenzi assordanti internazionali
Il 27 giugno del 1980 precipita nel Tirreno, vicino a Ustica, il Dc9 Itavia causando la morte di 81 persone. La procura di Roma apre un fascicolo nel 2008 dopo le frasi di Cossiga su un missile francese che avrebbe colpito l’aereo. Una vicenda giudiziaria molto complessa a causa dei silenzi a livello internazionale, per quello che resta un giallo. Spunta adesso un super testimone del quartier generale della Nato che - riporta La Repubblica - ha parlato della strage di Ustica con i magistrati di Roma. Ma c’è soprattutto la verità sulla causa che ha determinato l’abbattimento del Dc9 Itavia nelle oltre quattrocento pagine con le quali i pm Francesco Lo Voi ed Erminio Amelio hanno motivato la richiesta al gip di archiviare l’inchiesta.
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Restano ignoti i responsabili. Non perché irreperibili, ma perché nessuno, a partire dai Paesi alleati, ha permesso agli inquirenti di identificarli. Giovanbattista Sparla, - prosegue La Repubblica - quella sera prestava servizio nella sala operativa Shape della Nato a Casteau, in Belgio, come addetto dell’aeronautica militare. È lui il supertestimone che la procura ha cercato per anni. È lui che ha rivelato ciò che per decenni in tanti hanno negato: quella sera, nei cieli sopra Ustica, si stava combattendo una guerra. E l’aereo è stato abbattuto.
"Il Dc9 è rimasto coinvolto nella battaglia tra gli aerei americani e libici, uno dei quali avrà sganciato un missile che per errore ha colpito il velivolo civile. Ricordo di aver parlato con alcuni dei miei colleghi che erano in servizio quella sera a Marsala e questi, quando seppero che io lavoravo a Shape, mi dissero "allora tu sai tutto quello che è successo", dice Sparla. Ma rischia di essere tutto inutile, l'inchiesta va verso l'archiviazione, Usa e Francia non hanno voluto collaborare. Resta solo la rabbia dei familiari delle vittime che chiedono giustizia da anni per i loro cari.