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Affari Italiani.it. Il primo quotidiano digitale, dal 1996Vaiolo scimmie, poveri medici e sanitari, dopo il Covid arriva un vaccino
In una circolare del ministero della Salute, è espressa la volontà di tutelare il personale sanitario con un vaccino dal vaiolo delle scimmie
Dopo il vaccino per il Covid, ai medici e ai sanitari potrebbe essere soministrato quello per il vaiolo delle scimmie
Da quanto si apprende da una circolare del ministero della Salute, per proteggere il personale sanitario dal vaiolo delle scimmie, può essere presa in considerazione l'idea di una vaccinazione. In particolare, il documento spiega: "La vaccinazione post-esposizione (idealmente entro quattro giorni dall'esposizione) può essere presa in considerazione per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici".
E' quanto si legge nella circolare del ministero della Salute, che dà indicazioni su segnalazione, dal tracciamento dei contatti e gestione dei casi di monkeypox: "L'adozione di contromisure di tipo farmacologico, inclusi specifici antivirali, può essere presa in considerazione nell'ambito di protocolli di uso sperimentale o compassionevole, in particolare per coloro che presentano sintomi gravi o che possono essere a rischio di scarsi risultati, come le persone immunodepresse". Nel documento sono indicati i contatti asintomatici: "Non devono donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono sotto sorveglianza".
Prosegue: "Sevono essere monitorati almeno quotidianamente per l’insorgenza di segni/sintomi per un periodo di 21 giorni dall’ultimo contatto con un paziente o con i suoi materiali contaminati durante il periodo infettivo". Quindi, durante i 21 giorni di sorveglianza i contatti: "Devono evitare contatti con persone immunodepresse, donne in gravidanza e bambini di età inferiore ai 12 anni". Circa i sintomi sono indicati: "Includono mal di testa, febbre, brividi, mal di gola, malessere, astenia, eruzione cutanea e linfoadenopatia".
Mentre, per il tracciamento dei contatti, la circolare precisa: " Permette la rapida identificazione di nuovi casi, di interrompere la trasmissione del virus e contenere l’epidemia. Permette di identificare precocemente e gestire eventuali contatti a rischio più elevato di sviluppare una malattia grave". Sempre in tema di contagio è puntualizzato: "La trasmissione interumana avviene attraverso il contatto stretto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee di una persona infetta, nonché attraverso droplet in caso di contatto prolungato faccia a faccia e attraverso fomiti. Inoltre il virus può essere trasmesso per contatto diretto con i fluidi corporei di una persona infetta, il contatto di mucose o cute non intatta con lesioni esantematiche aperte o con oggetti contaminati come fomiti o indumenti".
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