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Culture
Auguste Rodin: in mostra a Treviso il Michelangelo francese
Auguste Rodin, Il poeta e la sirena, 1909 marmo, cm 82 x 68,7 x 50 Parigi, musée Rodin © musee Rodin, foto Herve Lewandowski

di Raffaello Carabini

 

Non è fortunato Auguste Rodin, il genio francese della scultura, con le mostre in Italia. Dopo un allestimento insopportabile nel Salone delle Cariatidi a Milano nel 2013, quando vennero presentati la gran parte dei suoi marmi, eccolo oggi nei saloni ristrutturati del Museo di Santa Caterina a Treviso. E se, come allora, il corpus delle opere proposte rappresenta una carrellata veramente pregevole sul rivoluzionario pilastro della tradizione plastica moderna, c’è una scelta illustrativa che lascia quantomeno sorpresi.

Sotto le opere non è esposta la didascalia. Per conoscerne titolo e caratteristiche bisogna cercare il pannello – che per solito ne allinea diverse – con le un po’ logorroiche presentazioni firmate dal curatore Marco Goldin. Un avanti e indietro privo di senso per le sale che peraltro offrono un allestimento adeguato agli spazi, ben illuminato e conseguente (nonostante i due grandi, magnifici bronzi nei chiostri siano un po’ abbandonati a se stessi) tra opere di differente matericità.

La rassegna Rodin. Un grande scultore ai tempi di Monet – il titolo, con un riferimento tirato per i capelli (i due amici fecero sì un’importante esposizione insieme nel 1889, ma di quella rassegna ci sono solo tre sculture e soltanto un quadro minore del maestro dell’impressione), suona “civetta” per attirare i fan del pittore più amato dagli italiani – è però importante e ricca. 50 sculture e 25 opere su carta, con il corollario del Monet, del famoso olio di Edwars Munch che raffigura la più celebre opera rodiniana, “Il Pensatore” (presentata in mostra da un’emozionante maquette in gesso, che fa il paio con quella dell’altrettanto celeberrimo “Il bacio”), e di un intenso ritratto in gesso patinato dell’allieva-modella-musa-amante Camille Claudel.

Dopo la mostra fondamentale al Grand Palais di Parigi e quella al Metropolitan di New York, Treviso conclude le celebrazioni per il primo centenario della scomparsa del maestro, avvenuta il 17 novembre 1917 nel ritiro di Meudon, dove aveva raccolto una collezione di oltre seimila reperti classici, dall’Egitto al Medioevo, un piccolo zoo di animali domestici e dove riceveva personalità come la signora Roosvelt, Isadora Duncan, persino il re d’Inghilterra Edoardo VII.

Si inizia dalla sua prima opera: L’Uomo dal naso rotto, proposta al Salon – dove esponevano i maggiori artisti francesi del tempo – nel 1864 e sdegnosamente rifiutata. Ma Rodin, che aveva iniziato studiando disegno (e si vedono le sue qualità anche nei bozzetti proposti a Treviso) pur non ottenendo per ben tre volte l’ammissione alla scuola di Belle Arti, dopo la successiva palestra come sbozzatore nello studio di Ernest Carrier-Belleuse, divenne in breve un artista da Legion d’onore, riferimento per i giovani, discusso ma amatissimo dagli intellettuali, che parteciparono in massa alla sottoscrizione pubblica per di vedere esposto “Il Pensatore” davanti al Pantheon.

Si inizia soprattutto dalla “Porta dell’Inferno”, che avrebbe dovuto aprire un mueso delle arti decorative mai realizzato e che divenne incompiuta fonte – con le sue innumeri figure destinate a diventare sculture autonome – di ispirazione per tutta la carriera dell’artista. Capolavori prodigiosi e relativamente sconosciuti come “Je suis belle”, “Le tre ombre”, “Eva”, “Il figliol prodigo” e i monumenti agli scrittori Balzac e Hugo, definiscono la formidabile capacità rodiniana di plasmare la materia in un fluire di sensazioni vibranti, sensuali, immediate, rendendo attuale la lezione di Michelangelo e della scultura rinascimentale italiana. I “non finito”, la capacità unica di offrire l’illusione della carne e della sensualità, il classicismo che colpisce immediatamente, così come le finiture affidate ai collaboratori, le incertezze delle combinazioni immaginifiche, la retorica, emergono in un tourbillon di emozioni e chiaroscuri, dinamismo e vitalità, contrasti a effetto tra pieni e vuoti.

La mostra termina con una sala dominata dalla statua di “Balzac”, lo scrittore della Comédie Humaine, rifiutata dalla committente Società dei Letterati e molto criticata quando venne esposta nel 1898: “menhir millennario”, “pinguino”, persino “sacco di carbone”! Monet la difese, “è superba” e diventò per atteggiamento, posa e richiami anche fotografici, una sorta di alter ego del Rodin più maturo. Un Rodin svelato nel suo percorso sorprendente e fascinoso, tra classicità e impressionismo, tra espressionismo e simbolismo, sempre moderno e sempre capace di far sentire la sua aura alle successive generazioni, perché sempre alla ricerca della “verità che si rivela”.

 

INFO SULLA MOSTRA

Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet
Treviso – Museo Santa Caterina, piazzetta Mario Botter

fino al 3 giugno
orari: d
al lunedì al giovedì 9/18; da venerdì a domenica e festivi 9/19

biglietto €14; ridotto €11 (gruppi; over 65; studenti universitari; giornalisti) €9 (minorenni); scuole €6; gratuito fino a 5 anni, accompagnatori di studenti, di gruppi e di disabile

catalogo edizioni Linea d’ombra, € 30

info: tel. 0422429999; https://biglietto.lineadombra.it

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