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Culture
Cortometraggio di Muccino sulla Calabria. Le critiche: "Corto pieno di cliché"

Molte critiche per il cortometraggio di Gabriele Muccino presentato martedì sera alla Festa del Cinema sulla Calabria. In particolare Nino Foti, Presidente della Fondazione Magna Grecia, ha deciso di premiare chiunque riesca a raccontare la Calabria:"fuori dai cliché e dagli stereotipi di cui abbonda il corto di Muccino presentato martedì sera alla Festa del Cinema di Roma".
 Sarà, infatti, presentato nei prossimi giorni il bando diretto a filmaker “con la Calabria nel cuore”, capaci di cogliere e raccontare la vera identità della Calabria, "per promozionarne i valori, le emozioni, le bellezze, la cultura, i suoni, i colori, i sapori, la sua gente". 
Foti, spiega: «Già ieri sera, appena il cortometraggio firmato da Muccino per promozionare la Calabria ha iniziato a fare il giro dei social, ci sono arrivate le prime chiamate. Moltissimi calabresi che vivono in Calabria, ma anche calabresi di origine, che oggi vivono sparpagliati in Italia e nel mondo, portando alto il lustro della nostra storia e delle nostre radici, stanno continuando a sottolineare che la Calabria è ben altro. Promuovere la nostra terra, culla della Magna Grecia e della civiltà occidentale, significa sapere uscire dagli stereotipi e raccontarne le ricchezze storiche e culturali, le bellezze naturalistiche di mare e monti, l’anima e il cuore. E magari anche le sue contraddizioni più profonde». 
 La Fondazione, dice Foti, sta lavorando per mettere a punto un bando che risponda in modo concreto alla necessità di narrazione della Calabria. «Mi dispiace - continua  Foti - che il regista abbia preferito confezionare uno spot che potrebbe essere utilizzato per la promozione di qualsiasi altro territorio. Lo sforzo che il Sud e la Calabria stanno facendo è quello di uscire dal passato, dai ritardi che hanno creato un divario infinito tra Nord e Sud. La scelta di un tempo passato e di una narrazione stereotipata per promozionare la Calabria è infelice e non rappresenta in alcun modo la terra che tutti noi amiamo e stiamo cercando di aiutare a smarcarsi dai cliché. Un Raoul Bova fuori contesto che per la prima volta, dopo anni di vita con Rocío Muñoz Morales, la porta nella terra del padre per rivelarle che il bergamotto si può anche mangiare: è questa la Calabria che conosciamo, che viviamo e che vogliamo raccontare a chi dovrebbe innamorarsene e sceglierla per le proprie vacanze? Penso proprio di no. E sono sicuro che riusciremo a trovare giovani – o non più giovani – registi con la Calabria nel cuore, capaci di raccontare le tantissime emozioni che la nostra terra fa nascere in chiunque la viva per qualcosa in più delle ore necessarie a girare un corto. Nei prossimi giorni, appena sarà pronto, renderemo noti i termini del bando». 

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