Mostre/ A Bergamo l’arte cosmica di Malevič, uomo d’avanguardia a tutto tondo - Affaritaliani.it

Culture

Mostre/ A Bergamo l’arte cosmica di Malevič, uomo d’avanguardia a tutto tondo

di Simonetta M. Rodinò

 

Kazimir Malevič fu figura guida del Suprematismo: nessun altro pittore apportò un contributo maggiore alla filosofia di questo movimento radicale ideato dallo stesso autore, architetto e professore russo. Che predicava la “supremazia della sensibilità sull’arte”, nell’ottica di liberarla dal mondo oggettivo.

 

All’artista ucraino è dedicata la mostra “MALEVIČ”, ospitata fino a gennaio nelle sale della GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. La notevole rassegna, curata da Eugenia Petrova - vice direttore del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo - e Giacinto Di Pietrantonio ripercorre le tappe della sua evoluzione creativa.

Dall’iniziale simbolismo e fauvismo a un neo-primitivismo, da un’elaborazione in chiave russa di futurismo e cubismo all’azzeramento totale dell’immagine, che culmina con “Quadrato nero” del 1913, per tornare, suo malgrado - nel 1928 Stalin bandì l’arte astratta e impose il ritorno al figurativo - a una forma di realismo dalle cromie accese e dai forti connotati suprematisti.

 

Un vero viaggio all’interno della sua personalità, dove convivono misticismo e linguaggio cosmico, alimentati da un grande patrimonio di cultura russa, popolare e onirica, e dai legami con le avanguardie dei primi ’900.

L’esposizione si apre con la ricostruzione dell’opera collettiva “Vittoria sul Sole” del 1913: Kručenych era autore del testo in versi, Michajl Matjušin della musica, Malevič della scenografia e dei costumi.

Lo spettacolo era caratterizzato da azioni sconnesse, che confluivano nell’assassinio del Sole, simbolo della realtà oggettiva: è da qui che Malevič fa risalire il quadrato nero e l’idea stessa di Suprematismo.

In una grande sala 19 manichini indossano i costumi di scena, mentre in quella accanto scorrono le immagini del video di una registrazione dell’opera realizzata a Mosca.

 

Il percorso poi si snoda cronologicamente nelle stanze del piano terreno, le cui pareti bianche ospitano le tele di Malevič, mentre le colorate sono destinate ai lavori di altri autori coevi o successivi. Dai primi quadri simbolisti, tra cui un Autoritratto, studio per un affresco, messi in dialogo con le tele della sua contemporanea Natalia Gončarova, alle composizioni cubofuturiste, tra cui “Composizione con la Gioconda”; seguono poi i capolavori legati al Suprematismo, ecco Quadrato Rosso e il famoso Quadrato nero, insieme a Cerchio nero e Croce nera (1923).

 

Al piano superiore le tele degli anni Venti, accostate ad alcune icone russe del XIV e XV secolo;

“…una forte impressione produssero in me le icone. In esse sentii qualcosa di intimo e straordinario. Capii i contadini, non come santi ma come semplici uomini”, scrisse l’artista.

Ecco i paesaggi campestri con i contadini dalle teste ovali senza volto, simbolo della spersonalizzazione dell’individuo in atto in quegli anni.

 

Si giunge infine alle ultime opere, tra cui la splendida “Casa Rossa” del 1932 e l’ultimo Autoritratto del 1933, in cui si raffigura ispirandosi a Cristoforo Colombo, una sorta di recupero della concezione rinascimentale dell’uomo.

 

Artista a tutto tondo, pioniere dell’avanguardia russa, pagò lo scotto di restare nella grande madre Russia sotto il regime di Stalin, che confiscò tutte le opere alla sua morte. Era il 1935. Un tumore lo colse 56enne.

 

“MALEVIČ”

GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

Via San Tomaso, 53 -  Bergamo

Durata: fino al 17 gennaio 2016

Orari: da martedì a domenica: 9 -19;  giovedì: 9 - 22;  lunedì chiuso; aperto per le scuole (su prenotazione)

Infoline: 035 270272 - Fax 035 236962

Ingressi: intero € 12 - ridotto € 10

Catalogo: GAmm Giunti

mostramalevic@gamec.it -  www.gamec.it