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Culture
Mussolini. La politica economica del fascismo tra corruzione ed innovazione

di Alessandra Peluso

La Storia è il giudizio del mondo e la filosofia della Storia è la conoscenza e la rivelazione concettuale di questa razionalità e di questo giudizio (G.W.F. Hegel), con questo intento, verosimilmente, Roberto Fatano ha scritto “La Rivoluzione di Mussolini. La politica economica del fascismo tra corruzione ed innovazione” pubblicato da Milella Edizioni.

Un’attenta e puntigliosa disamina sulla storia del fascismo, “un’ideologia politica sorta in Italia nel 1919” sino all’anno del tramonto, nel 1943. Roberto Fatano affronta nello specifico la situazione sociale ed economica di quegli anni, la politica agraria, e l’onerosa questione meridionale. Avvalora il testo, lo stile chiaro, costituito da documenti, o fonti quali immagini esaustive di propaganda del regime, come ad esempio quella riguardante un bambino con in mano un pezzo di pane e su scritto: «Non togliete il pane ai figli dei nostri lavoratori acquistate prodotti italiani».

È evidente il lavorio di uno storiografo, pur l’autore non essendolo; la scrittura è linda, epurata da alcuna componente emotiva e critica. Interessante tra gli altri è il capitolo dedicato al sistema agrario del latifondo, nel quale si affrontano le problematiche riguardanti “la questione meridionale” e la “condizione dei braccianti” prima del Fascismo, così come appassionante è il ritratto del contadino di Ignazio Silone che mostra il rapporto di sudditanza con il latifondista, ripreso da Roberto Fatano per metterne in luce le contraddizioni, le vicissitudini di una storia che si legge nel noto romanzo “Fontamara”.  E poi, la politica economica, in particolare, quella riguardante il Sud d’Italia e le banche.

mussolini
 

La Rivoluzione di Mussolini. La politica economica del fascismo tra corruzione ed innovazione” si può certamente proporre come manuale di studio nelle Università italiane o nei Licei, un sussidio notevole alla storia e all’oggi, e anche per studiosi che vogliano accostarsi senza pregiudizi o giudizi di categorie, come è facile che accada.

Wojtek Pankiewicz scrive nella Prefazione: «Per Fatano la storia non va seppellita, ma deve essere, invece, ricostruita e raccontata, pur confermando il suo giudizio storico sul ventennio mussoliniano sul quale non c’è alcun ripensamento e nessun motivo per attenuarlo» (p. 12).

Pertanto, sembra valer il concetto storico come necessità, perché secondo Croce l’affermazione della vita e la realtà è storia, e dunque opportuno conoscerla interamente e ascoltarla o leggerla da ogni punto di vista, da ogni interpretazione, ma soprattutto in quanto storia, incombe la lauta attività della storiografia che invita ad accostarsi ai documenti e alle fonti, perché si conosca il vero e l’intero. E in tale direzione che opera Roberto Fatano con il libro “La Rivoluzione di Mussolini. La politica economica del fascismo tra corruzione ed innovazione” , un lavoro di ricerca, di studio per sé e per gli altri, come testimonianza concreta di un passato che ha intessuto le trame dell’odierno presente.   

               

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